Rebirth

11 Settembre 2008
6
1 minuto di lettura


La stagione dell’amore viene e va,
i desideri non invecchiano quasi mai con l’età.
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà, non ritornerà più.
La stagione dell’amore viene e va,
all’improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà.
Ne abbiamo avute di occasioni
perdendole; non rimpiangerle, non rimpiangerle mai.
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore.
Nuove possibilità per conoscersi
e gli orizzonti perduti non ritornano mai.
La stagione dell’amore tornerà
con le paure e le scommesse questa volta quanto durerà.
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà, non ritornerà più.

Franco Battiato, da “Orizzonti Perduti”, 1983

Inchiodato al suolo da un’improvvisa necessità di sofferenza…

Meravigliato, quasi beato…forse geloso di questa maestosa e insana voglia di imperturbabile fissità che seduce la mente e annichilisce il corpo…

L’ho accettata…

E mi sono addormentato…

Ma c’è qualcosa…

Forse un colore…

O magari un rumore…dietro il portone arrugginito della prigione di carta carbone in cui l’anima mia si è censurata…

Qualsiasi cosa tu sia…non m’importa…voglio guardare…

Qualsiasi cosa tu sia…adesso lo so…mi farai uscire…

Quant’è difficile ricominciare a respirare…

Ma non ho paura…

Perchè non posso sbagliare…

E’ solo qualcosa che già so fare…


6 Comments Leave a Reply

  1. Mitico Johnny…ciò che questa storia mi ha violentemente sbattuto in faccia sono i miei limiti. E da molti punti vista. Mi sentivo inattaccabile…supponevo che il mio castello fosse inespugnabile…invece sono stato bastonato e ho voluto bastonarmi io stesso. All’inizio le domande riguardano i perchè e i per come…ma alla fine della fiera il quesito che risuona nella testa è solo uno: cosa MI è successo? Adesso, per forza di cose, non posso non essere convinto di essere più consapevole di me stesso e, conseguentemente, più “completo”. Non mi fraintendere: non si tratta di un triplo salto mortale con avvitamento studiato con inconscia astuzia per capovolgere l’esito di quanto accaduto…anzi, avrei fatto volentieri a meno di di tale presa di coscienza…la sofferenza è stata grande. Ma il tempo che perdiamo girando inutilamente attorno al problema è veramente tanto…e sono certo di aver almeno imparato qualcosa di importante per la mia sopravvivenza. E non ho alcuna intenzione di sottrarmi ai confronti futuri. Tutt’altro.
    Un saluto.

  2. ciao john.. credo che Delirium, che è l’autore del post, non se la prenderà affatto se tu partecipi, visto e considerata la ricchezza e al contempo la capacità di comprensione con la quale intervieni… e’ sempre bello ritrovarsi nel cuore di altri, estranei ma così vicini che quasi sorridiamo nello scoprirci a navigare e naufragare tra le fasi per poi approdare su Rebirth… hai detto bene, viviamo di sensazioni… poi siamo stati abili a classificarle, a dargli un senso, a dividerle in fasi… in quel tempo c’era il senso del percorso, una freccia che ci dava una direzione, ora restiamo noi, e qui non c’è nessuna freccia, nessuna fase… adesso tocca a noi e solo a noi decidere cosa fare del nostro cuore, della nostra vita, del nostro futuro… una delusione cambia le persone: bisogna ricucire, bisogna riappropriarsi di ciò che siamo oggi… dopo la batosta… io credo che dopo si diventi migliori, e che col tempo questa percezione diverrà sempre più chiara… io credo che trovare una compagna non sia più la priorità della propria vita, e lei arriverà quando meno ce lo aspettiamo, e cioè quando siamo davvero pronti. Adesso spezziamo il gioco delle fasi e della logica, questa è la vita… abbiamo perso un amore, abbiamo sofferto, ne siamo usciti e siamo pronti, pronti per noi stessi… un abbraccio a tutti.
    nicola

  3. chiedo venia dell’intromissione.
    Ma la nostalgia di quelle sere nere mi spinge a una brevissima considerazione.
    Anch’io,ora, sto attraversando una specie di fase silence come dicono negli usa.
    Nessun palpito,fremito,eccitazione.
    Fatica a trovare un motivo di esultanza nella vita.Peso nel vivere.
    Sensazioni.
    Viviamo di sensazioni e tutto ciò che invece sembra sottrarsi alla logica degli attimi…beh quello è perchè noi abbiamo deciso di classificarlo, di dargli un senso.
    Cioè,io penso che, siccome quando abbiamo deciso di impartire un senso importante alla nostra storia, siamo stati bastonati a morte dalla co-protagonista, ora si ha una gran paura ad immaginarne ed attribuirne di nuovi.
    E ,comunque, QUEL rumore non era un bel sentire per il nostro fisico e la nostra mente.
    Ancora scuse per l’intervento, forse improvvido, ma irrefragabile.
    saluti,ragazzi.

  4. Ciao Nico…proprio così: adesso l’unico ed ultimo timore è l’elettrocardiogramma piatto; la paura di restare vuoto e solo dopo tutto questo sentire che mi ha rumorosamente accompagnato negli ultimi 6 mesi. Non vorrei sembrare “blasfemo” agli occhi di chi è ancora in pieno marasma emotivo, ma a volte mi sembra quasi di avere nostalgia di quelle serate trascorse forzatamente dentro casa a pensare a lei…a me…a tutto. Fortunatamente sono solo sensazioni passeggere: ho trascorso l’ultimo paio di giorni a Roma da un amico e, per la prima volta dopo tanto tempo, ho vissuto una bella serata in completa spensieratezza. Le catene che avevo deciso di indossare credo si siano definitivamente spezzate.
    Grazie…a tutti.

  5. deli… come promesso sono qui per commentare questo tuo post.
    Sono sensazioni che conosco benissimo le tue, esprimerle in lirica poi è il modo migliore perchè giungano al cuore del tuo prossimo nella maniera più autentica possibile.
    Si… ad un certo punto ti abitui a questo tipo di sofferenza al punto che ne diventi geloso, non la vuoi perdere… quasi che l’alternativa (e cioè il non soffrire più) fosse uno stato emotivo troppo banale e privo di quegli slanci e di quella pienezza che solo una condizione di sofferenza spirituale può darti… è una delle forme in cui può mutare la sofferenza per una delusione d’amore, ho conosciuto persone che l’affrontano con chiodo schiaccia chiodo, e cioè non l’affrontano ma la fuggono… persone come te invece la integrano fin quando non diventa una sofferenza tutta personale che, magari, non è più collegata alla persona che ti ha deluso ma ad un bisogno esistenziale di amore… adesso il punto è: la tua sofferenza ha ancora senso di esistere? :) … ne sei fuori, ancora qualche altra scossetta di assestamento, ma hai fatto un buon lavoro su te stesso, ora è il momento di godere di tutto quello che hai intorno e di quello che hai dentro, è il momento di ricominciare a respirare perchè la vita, quel rumore dietro il portone arrugginito, è venuta a riportarti indietro… un abbraccio
    nicola

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

10° e 11° tappa: Cruz de Hierro

Prossimo articolo

12° tappa: O Cebreiro (Arden)

Le ultime da Le vostre storie

Magnificent

                Magnificent Magnificent I was born I was born to be with you In this

strane stranezze

da l’altro ieri mi capitano cose strane…sclerato al lavoro nervoso..ho anche un mal di testa leggero e l’unica cosa che penso per

Quando finisce una storia…

…è impossibile cominciarne subito un’altra e pensare che possa diventare altrettanto importante. L’abbandonato dovrà sempre prendersi il tempo necessario per smaltire la delusione
TornaSu