“Tu mi lasciasti, andando per la tua via.
pensai che t’avrei pianto e conservato
la tua solitaria immagine nel mio cuore,
scolpita in una canzone dorata.
Ma, ahimè, il tempo fugge.
La gioventù passa presto, i giorni di primavera
trascorrono rapidi, i fragili fiori muoiono in un soffio e il saggio mi avverte che la vita non è che una goccia di rugiada su una foglia di loto.
Dovrei trascurare tutto questo, ricordando
solo quella che m’ha abbandonato?
Sarebbe assurdo e inutile perchè il tempo fugge.
Venite, allora, mie notti piovose, con rapidi, piccoli passi; sorridi mio autunno d’oro; vieni spensierato aprile; datemi i vostri baci.
Tu vieni, e tu, e anche tu!
Amori miei, sapete che siamo mortali!
Non sarebbe follia spezzare il mio cuore
per una che mi tolse il suo? Il tempo fugge.
E’ dolce sedersi in un angolo e scrivere
in rima che tu sei il mio mondo.
E’ eroico alimentare il proprio dolore
e rifiutare ogni conforto.
Ma un viso fresco mi guarda dal limitare della porta
e fissa i suoi occhi nei miei.
Asciugo le mie lacrime e cambio tono della mia canzone.
Perchè il tempo fugge.”
Rabindranath Tagore (1861 – 1941)
Ritengo questi versi di una grandezza estrema…poichè regalano, a mio parere, l’unica e sola verità che merita la nostra considerazione.
La foto l’ho scattata qualche giorno fa. Camminavo distratto per la strada e…d’improvviso…lo sguardo si è fermato su quest’iscrizione sospesa al fianco di un edificio storico…
L’ennesima illuminazione…
Delirium