Out Of Control (diagnosi dell’abbandono)

20 Maggio 2003
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4 minuti di lettura

Piu’ veloci di qualsiasi materia, disordinati, confusi, incoerenti fra loro… i pensieri.

Quando l’uomo perde il controllo in amore puo’ essere un segno infausto, a meno che questi non sia particolarmente portato al pianto e non abbia una personalita’ fragile.

La donna, per sua propria natura, affronta il dolore con grande preparazione e soprattutto le sue valvole di sfogo sono tali e tante che la sua mente, quando sotto stress, si limita a sconvolgere al massimo i muscoli del corpo costringendola ad agitarsi affannosamente qua e la’ e se capita scaraventare oggetti in terra ;)) ( naturalmente, anche in questo caso, vi sono le dovute eccezioni).

In amore bisogna fare molta attenzione ai sintomi post delusione, nelle prime batoste non mancano i casi di suicidi ne’ quelli di stravolgimento totale della psiche… la delusione d’amore e’ cosa piu’ seria di quanto non si immagini, si impossessa di ogni fibra dell’essere e opprime il cuore con la forza di un macigno. La forza che un uomo deve dimostrare quando deve liberarsi dell’angoscia dell’abbandono e’ paragonabile a quella necessaria alla sopportazione della morte di una persona cara: un abbandono suscita sentimenti simili al lutto, del resto si tratta pur sempre di una perdita che ha carattere di ineluttabilità. Fortunatamente, l’averla sperimentata una volta, aiuta a non farsi più cogliere di sorpresa.

Analizziamo un caso da “prima delusione”:
Dopo 2 anni di fidanzamento. Lei e lui sembrano la coppia perfetta, parlano gia’ di convivenza, in questi due anni solo qualche screzio ma nient’altro; ma l’amore ahimè non obbedisce a regole e a volte sa essere crudele come un tiranno… lei incontra un altro uomo, lui la corteggia e riaccende in lei la follia dell’innamoramento, follia perché, al primo rapporto, queste scelte sono dettate dall’impulso istintivo di concedersi al fascino di un nuovo sentimento (quante tra voi non si sono pentite di aver abbandonato il primo amore).

Le difficoltà di lei: difficile parlare al proprio uomo di questo nuovo amore, com’è difficile, dopo 2 anni, abbandonarlo cosi’; a volte ella si concede l’illusione di amarlo ancora, se ne convince, ma ben presto il suo cuore le imporra’ di non concedergli più le attenzioni e l’affetto di sempre.

I sospetti di lui: Lui intuisce vagamente il cambiamento della sua innamorata, spesso gliene chiede la ragione ma la trova stranamente scontrosa e poco disposta alla conversazione. Ahimè le loro notti non saranno più le stesse ed egli se ne rammaricherà accusando le crisi di mezza stagione o semplicemente un periodo storto.

I litigi cominciano a diventare frequenti, le giornate passano anonime e senza senso, il cambio di rotta di lei sembra pian piano passare da un’iniziale paranoia determinata dal pessimismo o da pregresse esperienze negative, ad una certezza consapevole che, sebbene inizialmente non rassegnata, si trasforma ineluttabilmente in un’insanabile frattura.

Le reazioni di lei: Una giovane donna raramente ammette un tradimento, riuscendole difficile anche il solo confrontarsi con un semplice disinnamoramento; pertanto, si rifiuterà categoricamente di rispondere alle pressanti domande del suo uomo rinchiudendosi in un guscio di indifferenza ed aggressività. Dentro di lei sentirà crescere l’angoscia dovuta alla difficoltà dell’essere onesta e sincera con chi, di contro, sta aprendo lentamente gli occhi e, pur scorgendo la realtà, ancora la rifiuta, scegliendo la strada più difficile… perché’ ognuno di noi, nel momento in cui sente di poter perdere un amore, lotta con tutte le sue forze per contrastare il destino avverso sperando sempre in un ripensamento o, ancor peggio, nella pietà dell’altro.

Le conseguenze: L’inappellabilità delle scelte della donna, la sua aggressività e i suoi continui tentativi di fuggire vengono incoscientemente frenati da uno stato mentale che sopraggiunge in seguito alla seria preoccupazione che ci sia qualcosa di troppo grave perché’ “se ne possa parlare domani”. Il cuore batte fortissimo e la testa è preda di capogiri, le labbra si seccano e gli occhi si gonfiano di lacrime. Alla fase di attacco segue poi il patetico tentativo di rimediare ad un ipotetico torto che non si e’ mai fatto, la mente cerca di accettare tutto quello che poco prima sembrava inaccettabile: “Scusa, non volevo trattenerti… pero’ non andare ti prego, ti prego non lasciarmi” – lei – “Non abbiamo nulla di che discutere, torno a casa nel mio letto, oggi non sei portato al dialogo” – “No, non andare, hai ragione, ho detto un sacco di stronzate, ma sai, la paura di perderti, mi sei sembrata strana in questi giorni ma… – – Hai visto, insisti, io sto benissimo sei tu che sembri ubriaco… – – No, non fraintendere, intendevo strana nel senso che io, magari, si… io ho qualcosa che non va, vedo tutto storto, tu sei sempre la stessa persona che amo… ti amo – – Ne parliamo domani d’accordo – – No ferma, sto male, il cuore batte fortissimo – – Non trovarti scuse, non sei un bambino… a domani – – Aspetta ti prego – lui la ferma davanti alla porta, gli occhi di fuori e lo sguardo spaventatissimo. Ma chi non ha piu’ amore nel proprio cuore non si cura minimamente di come possa soffrire l’altro, l’amore e’ crudele quanto puo’ essere generoso a volte. – Lasciami andare, guarda che urlo – – No, non urlare, scusa, non volevo bloccarti cosi’ ma ho bisogno di sentirmi dire che mi ami, che vuoi stare ancora con me – un pianto sincero e liberatorio finalmente viene in soccorso dell’uomo che si accascia sul pavimento… ma lei va via e lo lascia solo, con la sola compagnia delle lacrime piu’ amare che abbia mai versato.

Per lui 20 gocce di Valium: in questi casi e’ la soluzione migliore per evitare la “pietrificazione”, i primi momenti sono quelli ad intensità emotiva più elevata, il giorno successivo verrà sopraffatto da una stabile angoscia. La notte poi, mancando la luce, spesso esalta le emozioni negative, i colori sembrano smorzati anche davanti al chiarore di una lampadina e quando si affronta la solitudine della propria stanza, anche sotto l’effetto dei tranquillanti, non ci si può sottrarre alla terribile sensazione di vuoto che si impossessa della propria vita, se poi in precedenza ci sono state simili esperienze negative, il tutto sarà condito da flashback che, come spezzoni di un film in bianco e nero , contribuiranno alla resa acida di un angoscia che dilania e alla quale neanche il sonno potrà porre rimedio. Gli occhi si chiudono sul cuscino bagnato di lacrime ma la mente viaggia, le ipotesi si accavallano e i sospetti si fanno forti, si cercano tutti i dettagli di quei giorni: lo squillo sul suo telefonino che ha dato il numero del chiamante “Non disponibile” sul display, le notti in cui diceva che sarebbe andata a dormire – Avessi provato ad andare a casa sua! – penserà…, i continui rifiuti di fare l’amore, l’indifferenza ai momenti romantici; insomma il nostro uomo ha da distruggersi il cervello per più di qualche ora e solo i primi raggi del sole che entrano dalla sua finestra gli concedono un attimo di sonno… così si appisola e i suoi incubi si trasferiscono nella sfera onirica.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

5 Comments

  1. Mi aggrego al commento di maldamore. Grazie Art. In questi giorni il dolore devastante la fa da padrone e leggere i tuoi post è stato un po’ come un balsamo, anche se solo per poco…

    • Ciao Lestat… la ricetta giusta per superare certi momenti è quella di trovare o crearsi tante piccole occasioni una dietro l’altra: momenti di riflessione, passeggiate nei boschi, una lettura illuminante, una serata a chiaccherare con persone totalmente diverse da noi… insomma… in fondo, se ci pensi, quando perdiamo un amore veniamo privati di una cosa importante, a quel senso di vuoto temporaneo si rimedia riempiendolo di tante piccole cose :)

  2. amara e lucida descrizione dello stato mentale dell’abbandonato e di colui che abbandona….l’amore sa essere tanto generoso quanto crudele…pura verità. credo che sia nostro compito riuscire ad avere la forza di non far diventare quel momento crudele l’emblema dell’amore fra due persone ma bensì sforzarsi di far tesoro di quell’amore generoso che ci ha reso felici e che è riuscito a tirare fuori le parti migliori e più belle del nostro animo.

      • Ciao Art grazie per la risposta…..non so chi tu sia ma in questo periodo nei miei momenti di solitudine e di ricerca di me stesso mi sono imbattuto nelle tue riflessioni….sono riflessioni lucide e razionali e a volte sono pugni nello stomaco (metaforicamente parlando) ma mi sono utili in questi momenti di vuoto e spesso vengo a rileggerle per dare modo al mio cervello di ragionare….quindi grazie ed un abbraccio anche a te!

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