Ha senso lottare per l’amore?
Dipende dal contesto: se una coppia si ama ed il mondo intorno non vuole che stiano insieme, si lotta insieme di gambe e anche d’artigli se necessario, perchè non c’è niente di più potente della voglia di due persone di condividere ogni momento del quotidiano per il tempo che gli è concesso.
E se invece a lottare resta solo uno, se il tuo partner ti lascia di punto in bianco e accomoda le sue grazie alle gentilezze di un altro?
Un tempo avrei risposto che bisogna lottare sempre e comunque, poco di gambe e molto d’artigli, in modo che l’altro capisca l’errore che ha fatto e si persuada a tornare indietro prima che il tempo distrugga ogni cosa; e così operare di stalkeraggio, darle della puttana (o del porco se uomo) ed un’ora dopo dirle che è la cosa più bella apparsa sulla faccia della terra, distruggere i regali che ti ha fatto davanti ai suoi occhi e ribadirle a distanza di pochi minuti l’infinito amore che alberga nel tuo animo, picchiarla a sangue il sabato sera quando esce dalla discoteca con il suo nuovo compagno e la stessa notte portarle i fiori in ospedale con lo sguardo del gatto di Shrek… ecco questo è quello che avrei fatto un tempo, quando ancora non sapevo niente di quello che desideravo dall’amore uomo/donna.
Lasciate che vi dica una cosa, ci sono persone che nutrono le proprie emozioni di continue dimostrazioni di forza da parte del partner, restituendo per buona pace della serenità generale (ironicamente parlando) il favore. Questo è verosimile, l’ho capito solo adesso. Vale per quelle relazioni tormentate, fors’anche un pò malate, in cui entrambi (o anche solo uno) vivono una condizione di semi-totale insicurezza riguardo le prospettive future della propria relazione, e così giocano senza neanche accorgersene.
Ecco, può anche darsi che la lotta abbia un senso quando l’obiettivo finale è tornare col partner, ha un senso però abboccare all’amo di un gioco logorante? Quanto ancora dovrà continuare la lotta prima di arrendersi a quello che la “pancia” desidera davvero e cioè la pace?! Alcuni dicono che le relazioni sentimentali sono come campi di battaglia, lo stesso mondo animale sembra suggerirci la natura bestiale di questo sentimento dove il più forte è quello che prende ed il più debole si arrende. Mi chiedo, ha davvero un senso credere che gli umani possano costruire relazioni autentiche, senza cadere ogni volta nella trappola dell’istinto? E’ giusto pensare che una qualsiasi relazione possa durare per sempre anche se all’interno della coppia non viene innescato un qualunque gioco di forza?
Non saprei davvero. Quello che ho capito è solo ciò che desidero per me stesso: pace.
Ha senso lottare per ciò in cui si ama. Con correttezza, con costanza, senza essere pressanti, ma sempre lottare finchè si ha fiato.
Ricordo un vecchio film, mi sfuggono gli attori il titolo, ma la trama ben chiara, dove lei e lui stanno insieme, per poi lasciarsi. Mi sembra si svolga nel centro America dei primi del ‘900.
Alla fine si ritrovano da anziani, a dover recuperare.
Perchè l’amore in realtà, non si spegne mai, viene solo seppellito.
Non è vero che al cuor non si comanda, un sentimento così vero e importante come l’amore, è innato quando si prova inizialmente, poi è una scelta personale quella dell’amare o meno.
Si smette, prima smette uno dei due, poi l’altro.
Chi è veramente forte, riesce a ricominciare e a stare bene tutta la vita, chi non lo è, cade in giochi psicologici e ricomincia il giro della giostra ogni volta.
I nostri nonni erano ben più forti di noi.
Questa è una bella domanda a cui non è tanto facile dare una risposta.
Io so che nonostante le batoste subite negli anni, mi trovo ancora a credere in quel ‘per sempre’ e nell’alto valore dei sentimenti. Perciò di primo acchito, ti risponderei sì, vale la pena lottare per l’amore. Per qualcosa in cui credi davvero. In quel noi che ti vive dentro. Poi ripenso all’ultima storia conclusa, dove mi sono accorta troppo tardi di aver lottato per molto tempo da sola, costruendomi castelli in aria e logorandomi in sogni che non si sarebbero mai realizzati. Ho ingoiato rospi, dignità e tanto altro, perché appunto, io credevo in quel “noi”. Credevo in quello che mi suggeriva il cuore, a quello che vedevo attraverso i miei occhi e mettevo a tacere la pancia, la coscienza, gli amici. Ho lottato fino a naufragare. Ma quando quella porta mi è stata chiusa brutalmente in faccia, mi sono sentita libera. Sapevo di aver dato tutto quello che avevo per realizzare il sogno in cui credevo. So che un domani, lotterò ugualmente, se ci crederò. E lo farò per me stessa, per non domandarmi “se avessi detto”, “se avessi fatto”. Si viaggia molto più leggeri senza rimorsi, senza rimpianti :)
Ciao Giamy
Hai ragione su tutto, spero solo che le esperienze ci portino a capire se stiamo lottando per qualcosa che non sia una mera illusione
un caro saluto