Materia inerte
priva di colore
luce che non punti
corda che non vibri
Eccolo l’insieme incerto
delle mie fragilità:
incapace di un abbraccio
barattato con carezze materne
incespico scivolando
sulla lastra rovente del tuo desiderio
Ah quel desiderio
lo scorgevo nei tuoi occhi, mia amata
e diventavo un piccolo cuore atomico
un essere senza il dono della parola
Proteggo l’amore
ch’è dentro me
annidato nella fuliggine di antichi rancori
perchè non scorga il bambino
la possibilità di una nuova punizione
… eppur lo sentivo che cercava uno sfogo
quando le tue lacrime
lo imploravano
Ah le dolci lacrime
della mia amata
semplici e delicate come rugiada
raro e prezioso nutrimento
del fiume rosso che mi attraversa le viscere
Ti avrei voluto
ma non sentivo
lo avrei cantato
ma non potevo
ti hanno scoperta
e restano rovine, null’altro che cenere e pietra
sulle mie ultime parole
… __ ___