La prima coppia è la nazione, la seconda è la posizione, la terza è una sensazione, la quarta disegna la distanza… e la luna, innocente, guarda con affetto e comprensione un eroe senza gloria.
Il vento di questa mattina ha liberato il legno fradicio delle finestre dai lucchetti di rame, ed è stato un terremoto… il vento ha soffiato sul mondo l’odore nauseante dell’incedere umano, gli anni che passano sono croci piantate sui detriti delle mie emozioni, qui respiro e rovisto, in cerca di un pezzo d’anima da cui rubare calore.
Protocollo d’identificazione: essere schiavi di un circuito che solo per un momento ci avvicina. Sfiorandoti su questa strada sotterranea che da tempo raccoglie i miei passi, fingo d’essere una pietra, in vana contemplazione di una identità fragile e menomata.