Non ho neppure voglia di raccontarti quello che è successo il 23, posso solamente dirti che Tiziana vuole essere lasciata in pace, almeno questo è quello che ha detto Carlo in mia e sua presenza. Che vergogna e che delusione il non sentire da lei alcuna parola di conforto, come fosse stata consenziente. Sdrammatizzando, come è mio solito, fra scherzi con Cip e risate varie, senza neanche salutarla sono andato a Casablanca per affittare delle videocassette per poi rinchiudermi in sala giochi. Arrivato a casa, dopo una litigata con la mamma, ho spaccato tutti gli armadi della mia stanza e rotto un vetro con la scusa della litigata; in realtà sentivo il bisogno di sfogare la collera che avevo dentro e che avrebbe potuto danneggiarmi se non l’avessi espulsa. Ho pianto per circa trenta secondi, il mio primo pianto serio, un pianto di dolore e rabbia, odiavo Carlo e tutti quelli che erano intervenuti alla festa; per la prima volta ho desiderato fortemente la compagnia di Salvo C. ***, e invece ero tutto solo con i miei ricordi. Salvo C., un vero amico… coglione che non sono altro, avrei dovuto parlargli, chiarire certe questioni rimaste in sospeso, ma non ne ho il coraggio, l’orgoglio mi frena; lui era l’unica persona con cui potessi parlare, con Saro e Andrea non è la stessa cosa, mi sono sfogato con loro perché non avevo nessuno con cui parlare, sono piccoli e non possono capire i miei problemi. Il mio desiderio di riavvicinarmi a tutta la comitiva si sta trasformando in utopia, non troverò altri amici come loro: anche se con tutti non avevo la confidenza che avevo con Salvo C., mi divertivo ugualmente. Questa estate mi sono divertito a non considerarli facendo finta di aver trovato una nuova comitiva. Vorrei che fossero qui, ora sono solo e tanto triste, anche se ha detta di molti si avrebbe difficoltà ad immaginarmi abbacchiato. Devo fuggire da questa vita e rifugiarmi altrove, sono stanco di legarmi alle persone e alle cose come se le ritenessi di mia proprietà, tutto ciò ha contribuito a farmi diventare loro proprietà e non viceversa. Vorrei, vorrei e vorrei… adesso basta! Ho bisogno di fuggire e dimenticare il desiderio, solo quando col mio Suzuky mi avventuro in strade di campagna abbandonate o mi reco ad esplorare delle grotte, sento la solitudine in maniera piacevole. La solitudine fa male quando resto in città a pensare e a ricordare dei bei momenti. Forse posso smettere di desiderare e ho intenzione di ripetere più volte l’esperienza della pagina scorsa; è stata la prima volta che ho provato piacere nel fuggire da me stesso: c’eravamo soltanto io e la natura.
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