Sembra quasi che debba ripercorrere all’indietro, in continuazione, un cammino che ha come unica via d’uscita dimenticare Giulia. Questi giorni sono stati giorni di illusioni, di ripensamenti, giorni in cui anche se non volevo, cominciavo a pensare che Giulia desiderasse ancora tornare con me, per come si è avvicinata due giorni fa verso di me, ritraendosi subito dopo, per i baci e gli abbracci. Anche se non ho voluto, anche se mi sono dichiarato disposto a soffrire nuovamente, quando riprendi contatto con la realtà, quando sei costretto ad accettare nuovamente che lei non ti ama più, che lei forse non ti ha mai amato, che magari ti ha solo sfruttato, che si è servita di te per avere qualche strumento in più tra le mani finalizzato alla sua sola soddisfazione personale… allora, kazzo… vaffanculo di nuovo Giulia. Forse sei stata davvero innamorata, forse non lo sei stata mai, ma di sicuro ti ho lasciata con qualcosa in più fra le mani, mentre io sono solo con la mia angoscia e nient’altro, niente che non mi abbia arricchito, forse un po’ più di cinismo, forse l’esperienza che mi permetterà di saper scegliere, la prossima volta, la ragazza adatta a me.
Adesso torno ancora a desiderare Dio, a pregarlo che si sostituisca a lei, a pregarlo anche di accettare questa mia confusione e questo mio considerarLo quasi un ripiego… oh mio dio, come posso rivolgermi a lui dopo averlo dimenticato per un dolce abbraccio, come posso pretendere che adesso torni a guarire la mia anima… ma, Agnello… è importante la frase di Agnello: fortunato tu che riesci a chiedere aiuto a Dio anche pensando di non meritarlo. Dacchè Dio, da padre “perfetto”, accoglie sempre un suo figlio smarrito. Io voglio crederlo, e voglio continuare a potermi rivolgere a lui anche se in fondo, in questi momenti, è più un ripiego… è dura dirlo ma mentirei a me stesso se sostenessi che questo interesse per Dio così intenso derivi da una mia esigenza nascosta, piuttosto è il bisogno di compensare un amore finito, una storia che mi sta facendo soffrire al punto da costringermi ad accettare in un modo o nell’altro questa sconfitta, questo fallimento.
Stamane le ho telefonato, le ho detto: mi spiace, mi sono illuso ancora.
All’1 sono tornato per prendere le mie cose, le ho detto che mi ha usato, le ho detto di non chiamarmi più e di non preoccuparsi per me… è una routine, chissà quante altre volte ancora lo farò… però, toccando la croce, sto bene e ringrazio Dio perché, nei momenti più brutti, sento davvero la sua presenza accanto, e mi conforta, mi aiuta, compenso questo bisogno immenso di amore che ho.
Adesso (durante la pausa di una riga) l’ho chiamata, ho dimenticato delle cose…ci andrò alle 2:30, forse le chiederò scusa. E’ stata dura, inkazzata… devo rinascere, ritrovare una mia dimensione, cambiare definitivamente. Chiudo con le lacrime agli occhi e questo grido: libera il mio cuore, mio dolce creatore.