Nessuno si azzardi a chiamarmi idiota, perché ne sono consapevole già io. Dovevo parlarle e l’ho fatto, era destino che lo facessi, il buon senso non è qualcosa che mi appartiene, tutt’altro, pare che invece se ne stia ben distante da questa testa che corre, corre e poi va a sbattere sul primo muro che incontra.
Dovevo parlarle, volevo che sapesse ma volevo sapere anch’io che ancora mi voleva bene, che non mi aveva dimenticato, che provava la mia stessa nostalgia durante queste feste, con le luci per le strade e le persone che serene incontri per strada.
Oh Dio, a cosa serve amare se poi si deve soffrire in questo modo, ed io che mi sono innamorato di te, perché l’ho fatto, forse per compensare ciò che non mi può più dare Giulia, forse perché mi hai chiamato. Ma è così difficile credere: nella nostra vita ci sono troppe varianti, troppi controsensi ed io, io sono così contraddittorio, così fragile. E’ vero, non esistono vie di mezzo, o stai da una parte o dall’altra, ma alla domanda interiore che mi pongo: vuoi farti monaco? non voglio rispondere, perché mi fa paura… mi fa paura perché temo che questa mia recente delusione sia la causa prima della chiamata, ho anche paura di lasciare tutto ciò che ho costruito per me stesso e che dovrei donare interamente a Dio: il mio cuore, i miei pensieri, le mie abilità… dovrei lasciare tutto, spersonalizzarmi e fare la volontà del Signore. Onestamente mio caro diario, secondo te posso farlo?? Secondo le indicazioni di chi monaco già è, presa la decisione di seguire Dio, le porte si aprono una dietro l’altra, il suo progetto ti viene rivelato e da quel momento non sei più tu che cominci qualcosa ma è Dio che ti investe con la sua luce accecandoti e facendo di te suo strumento.
Da una parte tutto questo mi affascina e mi attira, ma dall’altra mi spaventa e allora mi rispondo che: no, non posso farmi monaco, sono troppo insicuro, troppo dubbioso e allora, allora torno a pensare a Giulia…
Se solo Dio potesse cambiare questo stato di cose, ma forse non vuole per il fatto che io non devo farmi monaco. E allora, sia fatta la tua volontà Signore, sono qui su questa terra a farmi investire da ogni sorta di male, ma mi rialzo e ripeto: sia fatta la tua volontà, Signore.
Devo cercare di reagire, riuscire a stare senza di lei pur vedendola, cercare di immaginare le nostre vite, lontane anni luce, volerle bene ma senza coinvolgermi troppo. Deve finire, devo uccidere questo mio amore e guardare oltre, verso le stelle più lontane, verso la prossima galassia.
Amore, che tragica commedia!