Colgo l’occasione di trovarmi un paio d’ore libere per un piccolo aggiornamento sui progressi di Ultreia, nuovo album di Randone la cui uscita è confermata per il mese di Febbraio 2014 sotto etichetta Electromantic.
Sono trascorsi quasi tre mesi da quando, nella pace del paesino di S. Sebastiano da Pò, insieme a Beppe abbiamo ultimato le parti di tastiere (chi conosce la storia della band sa bene che Beppe Crovella, oltre che compositore, produttore discografico e tastierista storico degli Arti e Mestieri, è presente in tutti i dischi quale tastierista ospite e, fortunatamente, anche Ultreia non ha fatto eccezione).
3 Ottobre
Io al banco regia dell’Electromantic Synergy Studio durante le session di registrazione di Beppe Crovella
Beppe gira la chiave dell’accensione sull’Hammond, poi è la volta di quel vecchio mobilaccio ammaccato (il leslie) che c’è nello studio perchè tenga pronte le valvole. Inizialmente mi è parso che il sig. Hammond avesse qualche difficoltà nel carburare, ma come tutta la buona roba d’altri tempi ti lascia col fiato sospeso solo al principio, poi parte e va che è una meraviglia.
Dopo aver atteso che il Leslie riscaldasse le sue valvole eccoci alla prova del suono: purtroppo il vecchio signore si è svegliato in forma leggermente calante, ma 19 cent in più su di un plugin in insert sulla traccia avrebbero risolto il problema. Il Leslie, al contrario, nonostante la veneranda età stava lì come un vecchio guerriero tutto ammaccato ma ancora forte e vigoroso, pieno di quei rumoracci e stridii che ricordano l’era analogica ormai quasi decaduta.
Microfoniamo il tutto, un veloce setup al banco Tascam e Mr. Hammond è pronto a dare del suo meglio.
A seguire il setup del Wurlitzer, del Minimoog, del Mellotron e del Motif , quest’ultimo unico strumento “moderno” tra un arsenale di glorie passate.
Come è solito nei banchi analogici ogni strumento ha il suo canale, niente bus digitali, niente facilitazioni moderne, semplicemente un nastro di carta ed il nome dello strumento scritto a matita in corrispondenza del canale. Il primo da sinistra è il canale del “clock” per il tempo, a seguire Mellotron, Wurlitzer, Hammond e Motif. Tutte le tastiere di Beppe vanno su due canali di ascolto separati, in modo da poterne alzare il volume quando sta suonando e ripristinare l’ascolto normale quando invece è necessario solo l’ascolto. Apriamo ProTools, la versione è ancora quella di 10 anni fa ma va che è una meraviglia, e poi la vera forza di questo strumento è l’interfaccia audio: convertitori A/D d’ottima fattura. Ad ogni modo, si comincia con Ultreia, il primo brano.
La cosa bella di quando si lavora con un musicista compositore navigato e per di più amante del prog è che non hai bisogno di spiegargli nulla, ogni tanto puoi dare un suggerimento su un accordo o un’idea, ma raramente succede di trovarti in disaccordo con le parti che vengono fuori durante le session. Così il lavoro va avanti senza problemi, aggiustiamo alcuni giri armonici, io prendo nota dei cambiamenti sulla struttura dei brani (che dovrò poi riportare a casa sul mio Cubase) come anche dei suggerimenti di Beppe per gli interventi di Marco, Riccardo e Livio.
Beppe ha un modo di lavorare molto organizzato, si inizia al pomeriggio verso le 3 e si prosegue fino alle 6, poi si mangia qualcosa, si vede un pò di TV e dalle 8 fino a mezzanotte si continua inesorabili.
In uno dei momenti televisivi che dividono la fase creativa del pomeriggio da quella della notte, guardiamo Sostiene Bollani. E’ un bel programma, si ascolta e si parla di musica, quel pianista poi è davvero straordinario, suona ed intrattiene bene anche con le parole. Sul palco si avvicendano altri pianisti, cantanti, percussionisti, fisarmonicisti ed ognuno di loro ha una invidiabile qualità: sono tutti virtuosi e, allo stesso tempo, suonano col cuore. Dopo un’ora di Bollani si salgono di nuovo le scale verso lo studio con più entusiasmo.
In un altro momento televisivo Beppe ha voluto che vedessi le audizioni per X Factor (probabilmente piaceva a lui), personalmente non amo i reality nè tantomeno quelli ad argomento musicale, non mi piace un mondo dove la competitività, la ricerca del giudizio ed il dover superare gli altri a tutti i costi vengano considerati strumenti per andare avanti. Dopo 1 ora e mezzo ero già stufo di quella roba però, al momento di tornare in studio, mi sono accorto che tutto quell’avvicendarsi di star da osannare e scarsoni da sfottere (perchè gli ultimi ce li mettono comunque sennò il pubblico si annoia) mi ha fatto venir voglia di fare ancora meglio: vero che l’uomo sia naturalmente portato a fare meglio del suo prossimo, questo non significa scalzare a calci nel culo tutti quelli che ti si mettono davanti, si può lavorare insieme, proprio come i musicisti di “Sostiene Bollani”, fare in modo che il pubblico torni ad apprezzare le cose che un artista fa e non il modo in cui appare nè la storia strappalacrime che ha alle spalle.
Ma torniamo a noi; alcuni brani stanno bene così, altri hanno bisogno di uno sprint vintage che solo Beppe può dare e così Ultreia, la Cabra negra ed altri 5 brani del disco cambiano quasi totalmente forma ed atmosfera mentre altri si colorano di tinte mellotroniane senza perdere troppo della loro impronta iniziale.
Torno a casa soddisfatto e pieno di energie. Adesso arriva la parte più difficile e cioè coinvolgere tutti gli altri musicisti ed invogliarli ad adattarsi.
Purtroppo per gli altri quando si lavora con Randone bisogna accettare che non v’è nulla di definitivo in un pezzo fino a quando non si arriva in studio. Un brano può iniziare in un modo e durare 7 minuti e, dopo un mese, aprire in maniera totalmente diversa per durarne 4 o 14 insomma, così come la vita anche un brano di Randone è in continua evoluzione fin quando non fa il suo debutto in società, come un bambino che prima di raggiungere i suoi 18 anni attraversa stadi di maturazione che possono stravolgerne totalmente il carattere e/o la personalità pur mantenendo l’imprinting iniziale che, nel caso della canzone, è dettato dall’ispirazione.
4 Novembre
Da sinistra: Riccardo, Maria (voce solista e cori del nuovo album), io e Carlo Longo al termine delle session
Eccoci alla registrazione delle parti di batteria. Questa volta lo studio è quello di Carlo Longo, lo stesso che ha visto crescere ed evolversi Linea di Confine. Con Riccardo arriviamo la mattina del 4 Novembre, dopo diverse settimane passate dietro ai pezzi per adattarci alle nuove parti introdotte da Beppe ed aggiustare al meglio tutto quanto.
La batteria è una Pearl Export degli anni ’80, una di quelle economiche ma con i fusti in legno. Naturalmente Riccardo porta il suo rullante ed alcuni piatti… il suono che ne viene fuori è spettacolare, ma questo è merito di Carlo… mago del banco!
In soli 3 giorni completiamo i 12 brani di Ultreia. Tanta stanchezza ma altrettanta soddisfazione, il lavoro inizia a prendere la giusta forma, le vecchie batterie registrate con la tastiera conoscono una sola strada, quella del cestino informatico.
A seguire un breve documento video.
16 Novembre – 16 Dicembre
In una decina di giorni dalla registrazione della batteria Livio è pronto con le parti di basso. Con lui si vola, bastano quattro giorni in due puntate da 6 pezzi ciascuna ed Ultreia conosce il vero groove dello storico bassista dei Randone, registrato in presa diretta sul Davoli di Carlo e microfonato allo stesso tempo dall’ampli di Livio: che grande invenzione le D.I.
Subito lo segue Marco… con lui è più dura, le parti di chitarre sono tante e molte di quelle fatte in pre-produzione vanno rifatte perchè il suono del Guitar Rig è davvero orribile, specie nelle distorsioni cattive e per alcuni suoni puliti o crunch. Marco poi è parecchio pignolo, anche se una parte è secondaria e va sul fondo, lui la devo suonare perfettamente senza alcuna sbavatura, alcuni potrebbero pensare che è solo un pregio ma credetemi, qui si parla di perfezione che come molti di voi sanno non è di questo mondo quindi, ad un certo punto, fra le tante take scegliamo la migliore per sfinimento e non perchè sia davvero perfetta (benchè ci si avvicini molto).
L’ultimo giorno di registrazione delle parti di chitarra Hulk ci abbandona (Hulk è la pila che ha alimentato la D.I. per le registrazioni di Livio e Marco)… a quel punto diventa la mascotte ufficiale del progetto e prende posto qui sulla mia scrivania, in ricordo di alcuni dei giorni più creativi dell’anno.
12 Dicembre
Il 12 Dicembre è il turno di Carmelo Corrado Caruso, baritono di fama internazionale, che dopo Hybla torna nei dischi di Randone con la sua potente voce. I brani interessati sono Soy Peregrino, La iglesia de la virgen blanca e l’ultimo pezzo, Santiago.
Partiamo con Livio alla volta di Noto, montiamo il nostro studio portatile ed in sole due ore, grazie alla preparazione tecnica di Carmelo, riusciamo a completare le voci riservandoci di tornarci ancora. Ma non vi anticipo nulla su questo momento, c’è un bel documento video che aspetta solo di essere montato e dato in pasto ai nostri fan… stay tuned!
28 Dicembre
Per finire le mie chitarre acustiche ma… non fraintendete, non sto registrando in bagno perchè ho finito i soldi ma semplicemente perchè il bagno di casa mia è un ottimo ambiente per registrare questo tipo di strumento.
Non mi dilungo su questa parte anche perchè risulterei noioso, in Randone le acustiche sono il tappeto che riscalda tutte le song e, come tutto quello che va sul fondo, non incontrano poi così tanto interesse. Ad ogni modo, i documenti video che seguiranno nelle prossime settimane colmeranno questa lacuna.
Adesso restano solo le voci, le mie tastiere per fortuna sono già buone da tempo (l’unica cosa che in pre-produzione resta così com’è). Le registrazioni sono programmate per me e Maria dopo l’epifania, alchè inizia il mix ed il mastering che prevediamo di completare per le fine del prossimo mese.
E’ tutto… nell’occasione un caro augurio di buon anno a tutti quanti, e che sia un 2014 strafabuloso.
Ci vediamo presto su queste pagine.