Sono passati 3 anni esatti da quando, entusiasta per il nuovo Chromebook (che comunque ho venduto qualche mese dopo), sono andato alla diga a provare la connettività in mobilità con la scusa di continuare ad esercitare la mia povera memoria con gli accordi di un medley che oggi non ho più dimenticato.
Sfogliando per caso il mio canale YouTube ho pescato questo video con l’impostazione “privato” e quindi irraggiungibile; lì mi son chiesto quale cappellata avessi mai fatto per non pubblicarlo… alla fine era solo un errore nella successione di accordi alla fine del pezzo unita a qualche stonatura nella voce, il tutto dovuto probabilmente ad un avviso acustico del Chromebook (se ci fate caso si avverte a malapena) che mi avvisava di non poter registrare oltre vista la poca dote di memoria a disposizione.
Ebbene, chissenefrega oggi lo pubblico a 3 anni esatti dalla sua registrazione, perchè mi è piaciuto vedermi così sereno e pieno di buone intenzioni, con una luce negli occhi che oggi rincorro a fatica. Da lì a qualche giorno mi sarei rotto il menisco con tutto quello che ne sarebbe seguito e cioè la paura di non poter fare il Cammino perchè il recupero era più lento del previsto e tutti mi dicevano che non ce l’avrei mai fatta o mi sarei rovinato per sempre. Per fortuna il primo di Settembre ero già in marcia (a dir la verità sarei partito anche con le stampelle) e quel medley Over the Rainbow/What a Wonderful World mi sarebbe valso dai pellegrini di quella mesata di cammino l’appellativo “El trovador del Camino”; era stato bello fermarsi agli albergue e sentirsi dire dall’hospitaleros o da un viandante: ma tu sei el trovador del norte?! Un assaggio di quella gloria “positiva” che tanto ho desiderato in tempi non sospetti.
Ad ogni modo, mi ritrovo oggi con un blog che un tempo ribolliva di emozioni e che oggi si è trasformato in uno sparuto elenco di qualche recensione, interrotto da qualche recensione, una galleria ed in genere quello che si può mettere insieme in un paio di minuti, perchè dico sempre che il tempo non mi basta mai però, quando lo trovo, improvvisamente sono le parole a diventare insufficienti… ed io sono sempre stato uno di quelli che ci tiene ad esprimersi bene, senza scrivere robe scontate o peggio utilizzare una forma poco scorrevole.
Oggi non vuole essere il giorno della riscossa, quello in cui Art si alza e dice: katz adesso basta, ricomincio a scrivere; sono troppo vegliardo per ‘sta roba e mi suona anche un pò ridicola. Ci sta però che in mezzo ad un post o l’altro ci siano ancora quella tipologia di pensieri che tanto mi premevano quando da bambino nascondevo il diario sotto il letto o quando in trepidante attesa di una risposta facevo leggere certune parti ad antichi dei… e sia… il video non è un granchè come questo intervento, ma se potessimo essere sempre in forma e sempre gli stessi l’idea della fine ci risulterebbe sicuramente insopportabile.