piacer figlio d’affanno?

11 Novembre 2005
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2 minuti di lettura

Caro blog,
eccomi qua pronto a scrivere, non di tristezza nè di angosce, ma di gioia… gioia inerte, la felicità che si stabilizza e che, appunto per questo, non riesco a definire tale.
Non ho mai pensato di aver dovuto fare i conti con tale strano sentimento; solitamente, parafrasando il buon caro vecchio Giacomo, il piacere è figlio d’affanno, pertanto ai miei occhi la felicità è una sensazione passeggera che dura un giorno… una settimana, ma non di più, il dolore è in agguato pronto a cogliermi alla sprovvista… ma questo dolore, questa cosa che l’uomo sembra voler fuggire con tutte le sue forze, non è forse un placido rifugio per la mente?
E’ vero! Quando si è felici dopo mesi e mesi di grigia tristezza, sembra quasi che il mondo intero ci sorrida… ma dopo un pò la felicità diventa abitudine e allora… ecco il dolore: sconvolge l’abitudine e prepara una nuova felicità.
Sono solo in questa follia? Forse si, forse mi sono talmente abituato a cercare il dolore in quanto linfa di ispirazione, purificazione dell’anima, da non accorgermi che può esserci gioia anche senza di esso, che la cosiddetta serenità altro non è se non una felicità stabilizzata, un momento nella vita in cui, anche se non siamo riusciti a raggiungere i nostri sogni, sentiamo di dover rinunciare all’impulso frenetico di distruggere e ricostruire perchè insoddisfatti.
Scrivo e subito rileggo, perchè ho paura che mi stia inventando tutto… provo ad allontanarmi da me, mi guardo dall’esterno e vedo: eccolo lì, seduto davanti al suo computer, le dita che si muovono sulla tastiera frenetiche, poi si fermano ed il capo si china in avanti, quasi fosse stanco di stare sempre dritto, o forse lo fa per riflettere… non mi piace, faccio in un altro modo: guardo il soffitto, è più poetico.
Quell’uomo seduto è triste? Non direi, semmai annoiato, perchè da tanto è stato privato dai fremiti del dolore… a cosa sta pensando: alla sua Emanuela. La chiamerà più tardi: non teme di essere interrotto da una sua telefonata, non lo fa quasi mai.
Ogni tanto vorrebbe che lei si comportasse da stronza, che gli rompesse le balle più spesso, che ogni tanto gli facesse sorgere quei dubbi: non mi ama? esce con qualcun’altro? qualcosa di me non le piace?
E’ triste guardare quest’uomo dall’esterno (ecco ho trovato un motivo per essere un pò giù), e pensare che quell’uomo sia io mi tormenta un pò (ecco un altro buon motivo per lasciarmi scuotere)… non ce la faccio, la serenità è più forte, talmente presente da non farmi pensare.
Ma che motivo ho per essere sereno? 33 anni suonati, ho mandato al macero una carriera promettente nel mondo dell’informatica dedicandomi alla libera professione tra professore, musicista e benefattore dei produttori discografici… ah, ecco! …lei mi rasserene: mi fa stare bene, mi fa sentire al sicuro e soprattutto approva le mie scelte (spesso persino io ho difficoltà a farlo).
Tutto questo è troppo perfetto per quell’uomo!! E’ tempo che si alzi dalla sua sedia e ricominci a cercare cose e persone che tornino a farlo star male, a dubitare di continuo, a sprofondare nell’incertezza… eccola l’ansia che sopraggiunge, il pensiero negativo del dover soffrire per star bene (qualcuno un tempo mi ha anche accusato di questo ed io “ma cosa dici sciocco”… IDIOTA)… blocco il dolore, assumo il controllo, prendo contatto con la realtà e decido: sto bene così, non ho bisogno di soffrire… a che serve soffrire se si è felici, c’è sempre tempo per il dolore!!!
Adesso devo andare, chiamo al telefono il mio amore: ci separano un centinaio di km ma sembra che oramai sia sempre con me.
un saluto
nico

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

3 Comments

  1. Non è certo di me che devi preoccuparti….non sono mai stata vittima di situazioni che non mi piacciono…se resto dove sono è perchè. per una ragione o per un’altra, quello che mi circonda continua a starmi bene…..
    Non passo il mio tempo ad analizzare il tuo stato….piuttosto guardo a me stessa…ai miei cambiamenti….a ciò che sento, a ciò che sono diventata….hai scritto che la “consapevolezza di non essere il solo a provare queste sensazioni ti suscita un dolce conforto…” e questo lo capisco, l’unica cosa che per me non è chiara è come mai non provassi già da prima questo sollievo, atteso che da un po’ di tempo ormai sapevi benissimo di non essere il solo…..(penso di essere stata sempre chiara con te!).

    Alla fine, come ti dicevo, residua un dubbio: non è che per caso hai sottovalutato alcune delle cose che continuo a spiegarti da mesi?…spero proprio di no, mi dispiacerebbe…..
    Dovevo rispondere da tempo a questo post ma finora mi era mancata la voglia….spero che adesso non ti sembri inopportuno….
    P.s. Condivido l’ottimismo….anch’io spero, un giorno, di tornare ad impazzire d’amore.
    Emanuela

  2. ciao mapo
    grazie del tuo commento…. la consapevolezza di non essere il solo a provare questa sensazione mi suscita un dolce conforto… è passato un pò di tempo da questo post ed ancora provo queste sensazioni; la sola preoccupazione è rivolta a lei che interpreta la mia “eccessiva quiete” come scarso trasporto nei suoi confronti… di questo mi dolgo e spesso mi capita di pensare che un giorno tutto questo potrebbe cambiare, che un giorno tornerò ad impazzire d’amore… ancora questo dannato ottimismo ;)

    una buona notte…
    nico

  3. Sei come me…probabilmete siamo simili…ed in modo schietto sono in grado di dirti che non sei solo…la tua non è follia. Il tuo è amore che dà sfogo alla sua fantasia.
    Credimi. La tua situazione è molto simile alla mia, se non identica.
    Rispondimi presto.

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