Lo scopo di questa missiva é quello di rendere un po’ di giustizia a una generazione, quella di noi nati alla fine degli anni ’70 (anno più, anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l’aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia ’90.
Per non aver vissuto direttamente il ’68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.
Siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.
Andavamo a scuola quando il 1° novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati se non studiavi a sufficienza.
Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks eBeverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).
Abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D’Avena e imparato la mitologia greca con Pollon.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci.
Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico.
Abbiamo imparato che cos’è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l’hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall’Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam e del Drive-in.
Siamo quelli cresciuti ascoltando gli Europe, i Queen e Gun’s Roses e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.
Bevevamo il Billy e masticavamo le BigBubbles, ma neanche le Hubba Bubba e frizzy pazzy erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball (“con Crystal Ball ci puoi giocare.”!!!), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, Magnum P.I., Holly&Benji, Mimì Ayuara, l’Incredibile Hulk, Poochie,Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, KissMe Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machines, Big Jim e la casa di Barbie di cartone. ma con l’ascensore!
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme. La generazione che non ricorda l’Italia Mondiale ’82,e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l’Italia di quest’anno è la favorita.
L’ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all’inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turistica.
Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino.
Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti.
Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.
Non c’erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva le tiracche imbottite, e tanto meno le rotelle a mo’ di trolley!!
Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi, al limite uno era grasso e fine, punto.
Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l’acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, e le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non certo in una chat dicendo :) :D :P!!
Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
6 uno di nostri?
fantastico!un salto indietro nel tempo piacevole…
ma non dimentichiamo:
l’imbottituta delle spalline di tutto l’abbiagliamento superiore : giacche, camicie , maglie a maniche corte! E…fantaman!!!
Ah ah… è vero Dave. I capelli cotonati, i suoni di plastica dei synth… eppure ci siamo nati dentro ed inevitabilmente ne conserveremo sempre un dolce ricordo.
Qualche sera fa ho ricordato con gli amici le figurine degli Sgorbions e gli Exogini.
Viva gli anni ’80, la cui moda è considerata talmente orribile che è l’unica che non si ripresenterà mai!
Fantastici anni ’80. Io e mio marito (’78 e ’76) ancora oggi ascoltiamo le colonne sonore dei mitici cartoni animati e dei telefilm di quegl’anni. La nostra infanzia è stata meravigliosa e se oggi siamo così (unici) è proprio perchè abbiamo vissuto il passaggio dall’era “primitiva” all’era “moderna”.
Per sempre indimenticabili anni ’80. Ciao
Stefania ’78
Sono un po’ più piccola, prima metà anni ’80, ma anche io mi sento di dire: “sono una dei vostri”. Mi riconosco in tutto quello che hai scritto in questo bel post.
Nostalgia.
Soltanto chi porta il mio nome e tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90 aveva sui 10-13 anni può capire cosa significhi odiare Cristina D’Avena e le sigle a lei dedicate ( del tipo “Arriva Cristina”…e per giunta se le autocantava!). Un tormento…
Ma i cartoni animati dei nostri tempi i ragazzini di oggi se li sognano…
Recuerdos a todo el mundo, Cristina ’77.
Mila e Shiro due cuori nella pallavolo, Sailor moon, Piccoli problemi di cuore, Kiss me Licia,ect ect..La invidiavo un pochino..e quindi l’avrei presa anch’io volentieri a mazzate.. Un mio amico la ritiene tuttora una gran gnocca..
Baci e saluti
cristina d’avea l’avrei massacrata all’epoca e per coerenza la riempirei di mazzate anche adesso..così, giusto per tenermi un pò in bocca ancora il sapore degli anni ’80 e rendere giustizia ai cartoni animati che quella stronza ha devastato..
..le frizzy pazzy..gesù ..datemi le frizzy pazzy…
yooooor Noch!
Io canticchiavo Jagged Little Pill di Alanis Morrisette..