Ossessione magnifica e orrenda
istinti innati, esplosivi, pericolosi.
Canti folli e una benda copre lo sguardo a dei mostri ignoti.
Parla e ti ascolteranno: i ricordi,
girotondo attorno a te di ricordi.
Ricordi: tanti anni fa;
ricordi, bruciarli è meglio, è utile.
Barcamenarsi fra inutili illusioni?
E intanto la barca cade a picco
lasciando sopra di sé solo le briciole della mia anima,
frantumi di sogni errabondi,
incanto della giovinezza smarrita,
perduti nel buio dell’immenso, vagabondi,
baluardo di una felicità rapita.
Canto l’amore e l’immenso infinito,
Giace il mio spirito sulle natiche di lei
forte resiste e di spasimi si contorce
ficcandosi sempre più.
Orrore di me, sfiducia;
nell’amicizia perduta un delirio
Certe volte si ha il bisogno di scrivere ciò che si sente per paura che, da un momento all’altro, salti fuori da sé sconquassandoti tutto il corpo. In fondo riuscirei a comunicare con te anche senza la tua presenza fisica, guai se non fosse così: non potrei avere la possibilità di sfogare il mio devastante sentire se non a me stesso, con le conseguenze che credo potresti immaginare: sai benissimo che l’autocommiserazione non è una tattica che funziona più e chi potrebbe sottostare alle mie continue lamentale se non un grande e sincero amico come te. Questa volta ti scrivo per dirti che forse sarebbe meglio farla finita con una bella overdose di eroina visto che l’insensibilità non mi sovviene neppure durante il sonno popolato da incubi. Forse sto per impazzire e sento più vicine che mai tutte le sensazioni dei miei quindici anni, accompagnate tuttavia da una scorata malinconia e dalla certezza antieroica e non rassegnata che sarebbe davvero la volta di farla finita; speranza è una parola che mi sono premunito di cancellare dal mio vocabolario, non c’è niente di più triste del volere qualcosa con tutto il cuore con la certezza di non poterla ottenere e quando cerchi la spalla di un amico sulla quale piangere, di sentirti rispondere “sempre le stesse cazzate”, e la paura di perdere ciò che si è perso già da tempo genera un dolore senza limiti. Incomunicabilità, fobie, ossessioni miste a forti delusioni, rievocazioni di ciò che è stato, illusioni su ciò che sarà, barocchismi poetici e paura di gloria, insoddisfazione, frustrazione, carotidea emarginazione, stomachevole indecisione, frustrante contraddizione, panteismi e solipsismi fra patetico e aggressivo, odio… fanculo l’amore e la timidezza, col cazzo che ci vado dalla puttana che prostituisce il mio cuore al dolore, pressione su e giù senza sosta, dolore ai nervi, bacio le mani…
Vedi cosa mi succede quando non ho la possibilità di sfogarmi, scrivo tutto ciò che percorre i canali neurali della mia mente malata.