Ancora qualche mese
e sparirai
come gli ultimi istanti di luce di una stella morta da secoli
…in quattro e quattr’otto
ha vinto il mostro del salotto
l’undici in fondo
quant’è bestia il mondo
sei per seo
ho qualche dubbio sul mio neo…
Forse i monti d’albania
porteranno i loro zingari
sulla piazza dello Sconto Pesante
rubando al mio mattino
quegli ultimi preziosi sogni
forieri di sorriso
fatico già a sentirti,
ricordi dormienti annegano nel liquido amniotico
pronto al parto mi chiedo
cosa resterà di quel pezzo di cuore,
quale veleno si è nascosto tra le spine dei rovi
perchè smembrare e sotterrare
quando potrei assegnarlo a quella linea:
confine immaginario intradimensionale.
Piccola bambola ritardataria
maestra del piacere
dimenticami, per sempre
perchè non srotoli ogni volta il mio bel tappeto rosso
nell’inutile passione dell’attesa
di una notte di gemiti ed ingoi
quando la terra mi parla da sotto i piedi.
Amica di una notte
ammalata di solitudine
parti lontano da quest’uomo incerto
chè le parole possono essere dolci ma ingannevoli
ed il tuo raro orgasmo mal riposto sui miei organi
fuggi perchè è dolore che proviene,
da quel sasso che chiamo cuore.
Donna delle arti
tenera ed incerta forma d’amore
non lasciare che il tempo seppellisca
quel delicato dardo che mi ha scalfito il petto
nella confusione magmatica dei giorni tutti uguali
è il tuo corpo che desidero abbracciare
per annientare le mie gambe
e sostenere il tronco sulla più sicura superficie del bacino.
Ma.. è solo una carezza che cerco
in questa notte crudele
mentre i tasti bianchi del pianoforte
suonano la loro stonata sinfonia
ed il budello sintetico si sfilaccia
rubando il cuore al mio ukulele
che giace morto sulle caviglie magre…
salto ed esso rotea nell’aria umida
piangendo come un neonato affamato
ed io guardo con occhi che non sono i miei
la lavagna graffiata di MrMojitoRaff