E rieccomi su queste pagine con un tempo limite di quindici minuti per scrivere ancora una volta delle inclassificabili giornate che sto vivendo. Il tempo sembra scorrere velocissimo, forse è il confronto col periodo precedente che me lo fa apparire così, le giornate passate con Cristina sembravano interminabili, come anche quelle in cui mi struggevo nel desiderio di averla vicino, sei mesi che adesso sembrano lontanissimi conservano in sé esperienze che sembrano aver fatto sempre parte della mia vita. E’ difficile esprimere in prima mattinata certe cose, il mattino è il momento della giornata in cui sono più distratto, magari potessi lavorare anche di notte, perché la sera spesso non posso fare a meno di abbandonarmi ai ricordi, troppe volte nel rientrare a casa spero che qualcuno dei miei cari mi riferisca: – Ha telefonato Laura, devi richiamare -, troppe volte quando rientro stanco e ubriaco la notte spero in un colpo di clacson dietro le mie spalle con una voce che mi chiama, la voce della mia Cristina, perché non riesco ad impedirmi di volerle un casino di bene? Fortunatamente la mia mente è più forte del cuore, muscolo che credo adesso sia ridotto ad un soldo di cacio. La rassegnazione prevale sul mio desiderio di incontrarla e parlarle, e l’unica emozione che mi trasmette il ricordo è malinconia mista forse ad un po’ di rimpianto , perché come ho conosciuto la vera felicità così mi riesce più difficile accettare ‘sta condizione, benché il confronto con il momento di grande crisi mi consoli un po’ della situazione che adesso vivo. Il mio amore per lei non è stato solo legato alla chimica, fortunatamente la mia ragione ha espulso ciò che nel nostro rapporto la riguardava, adesso resta solo da combattere il cuore e fortunatamente non è un nemico invincibile, resistente forse ma non invincibile. Il vero nemico da combattere con tutte le forze è il senso di vuoto che mi lascia solo allo scadere di ogni giornata.
6 Dicembre 1995 Mercoledì ore 8:45
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