C’era una volta un pianeta molto bello e popolato. Le persone di quel pianeta vivevano la propria esistenza lavorando e facendo l’amore: fortunatamente non avevano bisogno di dormire e tutte le fatiche della giornata venivano poi compensate dal sesso e dal divertimento.
Un giorno un Dio, invidioso della loro felicità, decise di imporre loro la necessità di dormire anche se, nella sua crudeltà, fu magnanimo. Per aggirare il rischio che la società andasse in rovina (si sa, al dovere si preferisce il piacere), fece sì che uomini e donne non desiderassero più rapporti intimi.
E così andarono le cose per qualche tempo.
Passati 30 anni il Dio si accorse che nel suo mondo c’erano più vecchi che bambini, le sue creature non si riproducevano adeguatamente e l’intera razza rischiava l’estinzione.
Allora capì quanto fosse stata balorda l’idea di privarli dei piaceri dell’intimità, di quella meravigliosa unione di corpi che evocava poi la fusione di due anime in quell’essere unico primordiale che non gli era venuto tanto bene.
Non volendo privarli del piacere del sonno creò uno strano meccanismo per favorire le unioni: le donne sarebbero state sensuali ed affascinanti per i primi mesi del rapporto ed avrebbero potuto rinnovare la propria passionalità solo scegliendo un altro compagno (ed in questo consisteva la loro facoltà di scelta), avrebbero mostrato all’uomo tutta la bellezza ed il calore delle forme femminili dai primi giorni per poi lentamente dedicarsi ad una quotidianità fatta di carezze, pucci pucci e “che cosa hai fatto al lavoro oggi”. Certo, bisognava comunque garantire al rapporto una sufficiente dose di intimità. Nella sua infinita scienza il buon Dio creò allora una impareggiabile equazione che gestisse a livello biologico il bisogno femminile di intimità e contemporaneamente consentisse alla coppia occasioni periodiche di riproduzione. Tale equazione, irriproducibile secondo le nostre convenzioni linguistiche, consiste nella decadenza del desiderio in maniera direttamente proporzionale alla durata del rapporto; naturalmente privò l’uomo di tale fortunata Sua intuizione dacchè egli, spinto dal desiderio, avrebbe cercato in altre donne il soddisfacimento dei propri bisogni consentendo così ulteriori prolifiche occasioni di procreazione, oppure (ed in questo anche a lui è stata concessa una scelta) si sarebbe dedicato al lavoro interamente sfruttando, al momento giusto, le occasioni di passione che la compagna potesse concedergli in base alla programmazione del suo Dio.
Dopo 1 milione di anni Dio osservò la sua società e ne fu contento, certo le sue creature avevano inventato dei mezzi per evitare la procreazione a vantaggio del solo piacere ma, nonostante questo, le cose andavano bene lo stesso: tutti lavoravano, tutti gioivano per periodi di tempo non continuativi e quasi tutti si riproducevano… insomma, era stato proprio bravo.
Buona notte vah!