Si, forse ha ragione “orrore” quando dice: ma siamo davvero ciò che sentiamo di essere? Siamo sicuri di essere qualcosa… se si in virtù di quale miracolo o rivelazione?! Si, vorrei poter dire che è così, rassegnarmi a questo stato di cose ed ignorare il dolore delle tante giornate andate storte, e magari anche la felicità di quelle che invece si chiudono bene; la consapevolezza di non essere davvero sicuri di ciò che si è alimenterebbe la facoltà di ignorare il dolore nostro e degli altri in quanto sensazioni di un possibile “niente”. Essere fiume, scorrere e non preoccuparsi più dell’alfa e dell’omega della propria esistenza; essere vento: ignorarsi ed ignorare soffiando sulle disgrazie e le gioie altrui; essere pioggia: bagnare, dissetare, conquistare; essere fuoco per distruggere e nient’altro.
Insomma tutti i nostri sogni, la nostra vita, il nostro mondo… tutto nel niente di una coscienza consapevole e rassegnata.
Magari! Magari…