Un pescatore nel mare di AciCastello

22 Maggio 2009
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4 minuti di lettura

Saranno 6 mesi o giù di lì che sono diventato topo d’appartamento, sia perchè il nuovo disco sta assorbendo la stragrande maggioranza delle mie energie, sia perchè non mi va di mettere il piede fuori di casa… certo, mi sento in parte scagionato dal fatto che sono in una città che non è la mia e che ancora fatico a legare spontaneamente con qualcuno e anche se lo spirito di adattamento è una qualità che non mi è mai mancata, in questo lungo periodo, sembra mi stia abbandonando lentamente.

Stasera voglio scrivere, non lo faccio da tanto; così lascio che questo tempo passi, senza troppi rimpianti su ciò che potevo o dovevo fare, nelle mille occasioni di scelta che la vita ti mette davanti e che vigliaccamente decidi di non accogliere per continuare a seguire le misere certezze conquistate.

Mi si muove un’accusa, quella di essere eccessivamente chiuso e schematico… a volte le persone ti guardano con occhi che non sono i tuoi o forse sei tu stesso che scegli affinché, dei 100.000 possibili “te”, esse colgano proprio quello che c’entra poco o nulla con la tua reale indole. In questi apparentemente lunghi anni di esistenza ci sono umani che mi hanno preso per egoista, egocentrico, opportunista, schematico, rigido, altri invece che hanno riconosciuto in me doti più positive… per mettere a tacere ogni tentativo di svalutazione della mia persona potrei sostenere con entusiasmo che tutti quelli che parlano a mio favore sono le persone che mi conoscono meglio, agli altri invece deve essere sfuggito qualcosa, tuttavia, a causa della mia rigidità e conseguente chiusura al mondo esterno, l’erronea (a mio parere) catalogazione della mia persona mi suggerisce spunti di riflessione generici su quanto concerne la comprensione dell’animo umano… ed eccoci qua:

Da Wikipedia “la parola italiana anima si origina dal latino anima che indica propriamente ciò che spira, il soffio, il vento, e anche l’elemento aria. Da questo significato passa a quello di “respiro”, nel senso dell’aria che si aspira, e per traslato indica la vitalità primordiale, animale, basata appunto sull’atto del respirare”… se dovessimo affidarci all’etimologia latina potremmo servirci della definizione per assegnare all’anima quelle caratteristiche proprie del vento e dell’aria e cioè il loro essere passeggeri e temporanei. Definire dunque l’animo di un uomo schematico e chiuso vuol dire sostenere che la ragione ha del tutto soppresso la sua componente passionale. Non nego che la cosa possa ritenersi verosimile, è cosa nota che superato un certo limite d’età, anche il cuore cominci a sviluppare una forma di intelligenza evitando di buttarsi a capofitto su tutto ciò che desidera, e che per fare ciò si sforzi di tenere a freno il proprio istinto… ma, vi chiederete, perché tutto questo dire? E’ presto detto: torno adesso da quello che spero tornerà a diventare il mio consueto giro serale in bicicletta, e visto che la strada è sempre quella, anche oggi sono passato da quell’angolo maledetto e benedetto al contempo che è stato teatro di una delle più spiacevoli esperienze della mia vita. Ancor prima di raggiungere la stradina in controsenso che porta alla piazza di AciCastello è possibile ammirare lo scenario del mare e delle sue onde che si abbattono sugli scogli sottostanti alla ringhiera, ed è lì che qualche anno fa avrei giurato di aver visto Dio scendere a fare un bagno un pò più avanti; a quel tempo mi piacque scambiare una lampara per il grande Signore creatore di tutte le cose, per poi ravvedermi subito dopo, oggi ho visto ancora quella luce e non sapete quanto abbia desiderato poter evocare le sensazioni di quel giorno, ma contro ogni mio desiderio essa continuava a restare una stupida luce nel mare che un pescatore utilizzava per orientarsi tra il buio di quelle onde, e non mi sono fermato a questo, ho pensato anche a quanto sporco possa essere oggi il mare così come le innumerevoli anime che popolano la terraferma.

– Ebbene- urla il pescatore da lontano, – non c’è più magia nelle tue percezioni! –

Oggi comunichiamo con gli sms, le e-mail, il telefono cellulare, credevo che la tecnologia avrebbe migliorato il mondo, credevo che i rapporti tra le persone sarebbero stati autentici anche attraverso un filo o un onda elettromagnetica, ed invece abbiamo rovinato tutto… oggi le persone si conoscono con i cellulari o le chat e magari si lasciano con lo stesso mezzo, ti arriva un sms nel cuore della notte e sei lì a chiederti il motivo di un tradimento, e allora provi a chiamare ma il telefono non prende, perché la tecnologia ci è utile anche per evitare la comunicazione… stacchi il telefono e sei a posto… e tu non puoi fare a meno di massacrarti lo stomaco con l’ansia fino a quando non spunta il sole, ma il nuovo giorno serve anche a voltare pagina, e allora provi a chiamare un altro bassista, perchè lo spettacolo deve andare avanti, il disco va finito.

Ecco, il pescatore si volge verso di me e dice: gli ideali sono stati consegnati agli abissi, prova a contraddirmi’?

Cosa bisogna fare per credere ancora che nel mondo ci sia la magia necessaria per cambiare le cose?! Chi bisogna essere… è questa la domanda più giusta da porsi! L’arroganza vince sull’umiltà. La crudeltà sulla bontà. La noia esistenziale sulla gioia di vivere; il buono se la prende in quel posto, poi torna sereno, poi torna a prendersela in quel posto, poi torna di nuovo sereno… insomma, il buono è sereno solo quando evita accuratamente i legami sentimentali con altri umani, e per fortuna ci sono quei pochi (ma buoni) amici che sono lì da una vita, e su quelli puoi sempre contare… ma loro sono sempre lontani e questo katz di telefono od e-mail in fondo riescono solo in parte (in piccolissima parte) a regalarti quella serenità che la presenza fisica ti concede.

Il pescatore torna a riva, non c’è un pesce nel suo secchio. Avanza lento e si ferma davanti a me. Il vento si posa, la luna si copre, il chiasso nel locale vicino mi rende insofferente. I suoi occhi azzurri nei miei, ascolto i suoi pensieri – Catania è una bella città, così viva e spensierata, ma è anche un posto crudele dove nessuno si chiede mai: ma tu, sei davvero felice?! –

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

4 Comments

  1. ciao art…
    le tue parole toccano il cuore e l’essenza delle cose…
    faccio parte ahimè della categoria dei buoni che la prendono sempre in quel posto…sto combattendo una lunga guerra con me stessa per cambiare le cose e spero di riuscire a scrollarmi di dosso tutte le cose negative che mi sono capitate ultimamente…
    Ma la felicità per me non esiste o meglio non esiste in senso assoluto…sono stata veramente felice in alcuni brevi momenti della mia vita, … parlerei più di serenità che sebbene faccia un po’ “vecchio” ha il pregio di essere più autentica…
    In bocca al lupo per il tuo lavoro, ti seguo sempre…

    • ciao alex… grazie per la tua simpatia.
      Parafrasando Quasimodo la felicità somiglia a quel raggio di sole che ci trafigge per un attimo prima che giunga la sera, non so dirti se ci sia poi tanta differenza tra la serenità e la felicità, molto spesso usiamo dire: sono sereno solo perchè non soffriamo molto, ma questo non significa essere sereni, e poi io credo che come essere e nulla, finito ed infinito, mortale ed eterno, anche gioia e dolore non abbiano una loro sintesi… se cessi del tutto di soffrire sei felice, e se cessi di essere felice allora soffri… poi sia nella gioia che nel dolore ci sono diversi livelli, ma mai una via di mezzo… magari è solo una speculazione ma stanotte mi va di pensarla così… grazie per il tuo intervento, ti auguro una dolce notte ed il meglio per la tua vita

  2. Oh! quanto mare dovrà scivolare sulla mia pelle,e quanto sole ad asciugare lo sguardo
    affinchè torni il desiderio di cavalcare l’onda, preludio di energia che travolge e cambia la mobilità delle cose.
    e allora il pescatore avrà il secchio pieno e un ideale da portare con se,
    in tasca,
    protetto dal tocco lieve della sua mano.

    • ciao gianna… grazie per il tuo intervento… è carico di quell’ottimismo cui molto spesso dimentico di attingere in quei momenti della vita in cui i colori mutano in tristi tonalità di grigio :)

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