Siracusa 22 Dicembre 1995 Venerdì ore 16:50

22 Dicembre 1995
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Ancora una volta mi hanno sbattuto a Siracusa, che tristezza, avevo sempre sognato un lavoro simile e ancora una volta sono stato costretto a sbattere contro il solito muro della realtà, ché non esiste niente di puro se ci si trova a confrontarsi con altri, perché prima di lavorare in questo campo devi sottostare a chi questo lavoro te lo dà… quasi quasi mollo tutto e torno alla radio. Non a caso ho evitato di scriverti in questi giorni, la fiacchezza fisica e spirituale mi impedisce di concentrarmi sui concetti, e da una parte questo è un bene, non pensando riesco almeno a concedermi un po’ di calma. Stamani ho conosciuto la neo-assunta dell’*** di Siracusa, una ventottenne con la quale mi sono intrattenuto a parlare per una buona mezzoretta… mi è sembrato di avere di fronte una seconda Cristina, quella dea che andava dicendo che non si sentiva sciocca e frivola come tutte le altre e cercava qualcosa di profondo, quell’allucinazione straordinaria che non riesco ancora a dimenticare. Chissà che questo stato di “profondità” nelle donne non sia una patologia comune al genere, lo spostarsi fra stati mentali diametralmente opposti senza avere la minima coscienza che magari si sta compiendo un processo di involuzione e soprattutto senza curarsi delle reazioni esterne. Che perfidia nasconde l’animo femminile, e questo me l’ha confermato pure lei che si dichiarava diversa da tutte le altre.

Le ho confidato la mia situazione lei ha saputo solo biasimarmi accusandomi di ingenuità e di inesperienza, poi mi si è avvicinata e mi ha guardato negli occhi come a volere scrutare qualche particolare che gli sfuggiva, mi ha chiesto se mi andava di stare con lei, farci l’amore insomma. Io sono subito scattato all’indietro e le ho chiesto il perché, e lei si è spiegata in maniera piuttosto onesta, nessun legame, solo sesso. Perché no, mi sono domandato io, era quasi l’ora di chiusura e sopra il negozio c’era una graziosa stanzetta con un lettino. Non sto a descriverti i particolari, solamente dopo l’orgasmo la mia mente ha ricominciato a funzionare, mi sono persino stupito di come non abbia pensato a Cristina e al giorno che ci avrebbe visti protagonisti di quel momento; ma la spiegazione è semplice, si trattava di un modo di vivere l’esperienza sessuale in maniera completamente diversa e anche questo mi ha chiarito come il mio amore per Cristina fosse completamente diverso da quello comunemente inteso. “Mi piacerebbe innamorarmi di te”, le ho detto. “Non dirlo, con le donne non si può mai essere sicuri di niente”, ha risposto lei… mi sembrava di vivere in un film dove ogni esperienza è collegata ad un’altra, dove il protagonista trova sempre sostanziali analogie fra le esperienze che vive. Non vorrei più avere niente di serio da spartire con le donne, ma temo di non poter soddisfare questo mio desiderio per via della mia natura umana… non vorrei più lasciarmi coinvolgere in un rapporto sublime, ma di questo potrà darmi conferma solo un’eventuale altro rapporto. In questi giorni ho riflettuto molto sulla mia condizione, non sono più in grado di ascoltare quel genere musicale che tanto osannavo prima che lei mi abbandonasse e si sa, la musica è lo specchio dell’anima, e la mia anima adesso è preda della rabbia e della disperazione e solo una violenta chitarra distorta supercompressa riesce a tirarmi fuori da questa angoscia; e se per caso, come è successo qualche giorno fa, girando fra le stazioni ascolto una canzone dei BEI TEMPI CHE FURONO, sento salire dentro me una tale angoscia che sono costretto a spegnere la radio e a gridare con tutto il fiato che ho in gola – Esci dal mio cuore assassina! -.

Adesso si spiega il motivo per il quale lei non riesce più ad ascoltare quella musica, il motivo per il quale l’unica musica che ascolta è quell’insulsa e superficiale Unz… eh già, una persona la puoi capire dalla musica che ascolta.

Tremo al pensiero del capodanno, ho paura che non trascorrerò una bella serata, spero di incontrare qualcuna come T., la ragazza di stamane, con cui parlare e sfogarmi. Una tragedia, un incubo dal quale non riesco a svegliarmi, la notte non sogno altro che lei e non posso contenere il bisogno del mio cuore, non posso annientare con la sola forza della ragione il desiderio di averla vicino. Perché mi sto infiacchendo così tanto, e perché ho l’impressione di non essere più capito dai miei amici, sono forse solo in questo dolore? L’emotività, che ho sempre negato mi appartenesse, ho scoperto che fa parte di me, ed esce sempre vincitrice quando si confronta con la ragione.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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