E’ notte… e la notte mi è sorella. Avrei avuto voglia di scrivere una canzone, una bella canzone che parlasse di agonia e di forti passioni: una lama che ti trafigge il costato, urli ma il vento copre la tua voce ed ancora insulti, risate sguaiate dal popolo bestia; urli: “padre, perchè mi hai abbandonato” e poi il silenzio, il cielo che si copre di nubi, la terra trema ed il popolo non ride più.
Schiavi delle convenzioni, vittime delle mode conformiste e non, urliamo tutti a questo mondo, ma di sincera agonia nessuno ha il coraggio di sperimentare l’effetto: volere soffrire per un bene più alto di noi, un amore al di là di ogni comprensione.
Perchè scrivere di questo? E perchè di altro allora? Dobbiamo forse allontanare da noi le cose che ci fanno soffrire, limitarci ad urlare e dare la colpa al mondo solo perchè non siamo capaci di capire, che la colpa è solo di noi stessi.
La vita ci va male? E’ solo colpa nostra, abbiamo fatto delle scelte sbagliate. L’amore è solo un dolce ricordo? E’ colpa nostra, non riusciamo a liberarci dalle briglie delle nostre delusioni. Non abbiamo amici? Colpa nostra, dovremo imparare a dare un pò di più. Il nostro più grande sogno è rimasto stale? Colpa nostra, non abbiamo fatto il possibile per realizzarlo.
Per tutto questo bisognerebbe sperimentare di tanto in tanto attimi di sincera agonia: soffrire profondamente per qualcuno che non conosciamo neppure, sentire le sue pene come fossero nostre e cercare di salvarlo come dovessimo salvare noi stessi.
“la felicità non puoi trovarla in te, ma nell’amore che agli altri un giorno darai”
buona notte
sincera agonia
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