Sono immagini che ricavo dalla memoria: un grembiulino azzurro, il viso buono… poi quel ragazzino della palazzina dei Tomasi, insofferente alle prepotenze, e ancora quella voce alla radio, una manciata di interessi condivisi per un pò di tempo, alla fine un uomo che sapeva il fatto suo, apparentemente sicuro di sè, con cento difetti ma anche pregi, primi fra tutti il sorriso e la cordialità.
Questa persona, sepolta nel limbo dei miei ricordi, oggi mi ha dato un dolore: se n’è andata per sempre, con un gesto muto di dolore insensato, con una sofferenza che non mi è possibile neppure immaginare. Ho impiegato del tempo a capire perchè contasse dentro di me il saperlo ancora in vita e ne ho ricavato che il contatto con la morte risveglia in ognuno di noi sensazioni oscure… ha scelto un posto migliore?
ma per la miseria mi dimentico sempre di firmare!! sono io l’anonima
Sai che c’è Nico, che a volte siamo così pesanti noi da non poter lavorare come levamassi dalla vita degli altri. Noi/altri è un binomio molto delicato, fatto di corrispondenze. Chi non ha la fortuna di averne alemno una cade, perchè l’uomo è animale sociale e noi abbiamo bisogno degli altri.
Nell’unica via dovremmo trovare un pò di spazio per gli altri, dovremmo cercare di alleggerire la vita del nostro prossimo anzichè appesantirla con aspettative, competizioni, giudizi facili o peggio… fare finta che nulla sia…
grazie del tuo intervento
Caro Nico, nessuno sceglie la morte, ma come ho scritto prima si segue l’unica via. Molte persone soffrono in maniera indicibile, è per questo che purtroppo se ne vanno. Non giustifico nè condivido ma se li guardi negli occhi mentre ti parlano del loro dolore, dell’impossibilità che provano nel vivere, tu gli dici che non devono nemmeno pensarci ma dentro ti senti una morsa e pensi speriamo che finisca tutto il tuo dolore presto, più presto perchè io non posso più guardarti così. e fare finta che nulla sia.