Io non so più…

25 Maggio 2006
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2 minuti di lettura

Io non so più cosa pensare del mondo. Se rassegnarmi davvero all’idea che le cose vadano male e non ci si può fare niente, oppure continuare ad indignarmi verso tutto ciò che ogni giorno siamo costretti a sopportare.
Questa volta non voglio fare un discorso generalista, non è il momento e non sono neppure nello stato d’animo ideale. Il movente che ha fatto scattare dentro me questa indignazione è del tutto attuale: la politica ed i suoi sporchi giochi.

Quando ero piccolo (ma diciamola tutta… fino a Tangentopoli) non sono stato particolarmente attento alle grandi mosse del potere, ho creduto che le persone che governassero il paese, piuttosto che il mio piccolo comune, fossero straordinari individui volti a sostenere il bene comune. Povero illuso…

Oggi, dopo i grandi scandali, qualcuno vuole convincermi a rassegnarmi sul fatto che la politica sia un teatrino dove “bravo” è colui che riesce a sfruttare le proprie doti comunicative (con una massiccia dose di ipocrisia) allo scopo di convincere quante più pecore possibile che è migliore di qualcun altro… ma migliore in che…???????!!!!!!
Adesso a sentire gli stipendi di certi parlamentari, specialmente quelli della nostra cara ed inutile ARS, non mi stupisce il fatto che certa gente possa arrivare a vendere persino l’anima per conquistare la poltrona, specialmente con la disoccupazione che c’è in giro… quelli che però i soldi ce li hanno già sono attratti da una grande illusione tutta umana: il potere.
Quanta cattiva eredità ci portiamo dai tempi delle invasioni barbariche… ci sono persone che ancora non capiscono quanto il potere possa essere pericoloso per il bene comune. Guerre, povertà, delinquenza… tutti figli del potere. Tolkien nel Signore degli anelli ha ben spiegato il concetto: le “poltrone” della politica sono assimilabili nel concetto all’anello di Sauron… non importa se buono o malvagio, colui che ne entra in possesso ne è soggiogato fino a diventare vittima di qualcosa che non si può combattere: l’interesse esclusivo per i propri interessi.

Questa la ragione per la quale non ci sono ideali tra i partiti, almeno tra i soliti partiti… sinistra o destra non fanno differenza se non per il fatto che gli uni non vogliono il ponte gli altri si, o che i primi siano a favore delle unioni omossessuali mentre gli altri no, o ancora che la sinistra vuole la parete rossa, la destra invece nera, o che è meglio il tè verde di quello alla pesca etc etc…. la sensazione oramai è questa, tutto questo perchè certi statisti ritengono così di poter ottenere il consenso di una certa “massa” che sarebbe più numerosa di un’altra.

I politici di oggi rappresentano in tutto e per tutto lo spirito dei nostri tempi: così come i media diffondono la peggio cultura per favorire l’idiozia di massa, i politici diventano l’idiozia della massa.
Ritengo che in tempi passati il ruolo del politico è stato quello di pensare al bene dei suoi cittadini: così come un pastore pensa a quello delle proprie pecore che, sole, si disperderebbero divenendo preda dei lupi. Al contrario, il politico di oggi accontenta sempre le proprie pecore e per questa ragione i simpatici animali brucano in un campo dove l’erba è un bene per i più forti e dove a milioni vivono una vita di stenti a vantaggio di chi invece bruca il suo personale orticello.

Non dico chi voterò alle elezioni di questa domenica (lungi me dal voler fare propaganda in uno spazio come questo), d’altra parte la Sicilia è sempre stata terra di partiti e di organizzazione mafiose e non mi meraviglierebbe che per arrivare alla candidatura sia stato NECESSARIO anche per loro accettare i soliti patetici compromessi, pur tuttavia mi sento in dovere di crederci un’ultima volta, di pensare che chi sceglierò sia un uomo che voglia davvero cambiare lo stato di cose. So che questa resterà una preghiera isolata ma voglio formulare un appello a chi vincerà, che non deluda la gente del sud!!!

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

7 Comments

  1. Alla Sicilia sta bene così. Le urne hanno terremotato la geografia dei partiti, ma la sostanza è che Totò Cuffaro è ancora il governatore dell’isola.Certo, lo è con il quindici per cento dei consensi in meno rispetto al primo mandato (tanti sono stati infatti i siciliani che non l’hanno rivotato).In Sicilia il potere è una cosa importante, è facile parlare con le persone facendo loro delle promesse anche se poi non vengono mantenute,molto più difficile andare tra la gente come ha fatto Rita Borsellino in questa campagna elettorale dicendo “io non ti prometto niente, solo di lavorare per il bene della Sicilia”. Purtroppo nell’isola il clientelismo è una cosa radicata. In compenso Rita e l’Unione faranno un’opposizione senza sconti, forte e costruttiva. Continueranno a puntare sulle priorità individuate nei cantieri programmatici: il lavoro, la scuola, la sanità.Per quanto riguarda Milano qualcosa di consolante però è avvenuto. La destra, finalmente, è in crisi, almeno un po’. Ma, come insegnano le elezioni dello scorso 9 aprile, perdere di poco vuol dire comunque perdere. E qualcuno dovrebbe trarne le conseguenze.Io sono di sinistra e per ragioni ideologiche avrei preferito Ferrante. Adesso c’è Letizia Moratti: spero si sinistreggi, ami tutti i cittadini, non solo quelli ricchi e non tratti gli altri come poveri. Una cosa buona ce l’ha: è donna.

    Baci e saluti

    PS A Milano oggi tira un forte vento a tratti caldo. Vien voglia di partire. Stasera Gods of Metal con Guns’n’Roses, Korn, Deftones, Alice in Chains, Stone Sour, Soulfly, Bloodsimple, Dragonforce, Hellfueled, Benedictum, 10 Years..

  2. Emanuela… credo di pensarla esattamente come te, sono solo più pessimista e molto qualunquista specialmente nel dopo elezioni… ;)

  3. Nessuna critica, lo premetto…ma mi stupisco di come capiti sempre più spesso…
    A ridosso delle elezioni, immediatamente prima e dopo, si levano alte le voci dell’insoddisfazione e, di contrasto, quelle dell’esaltazione di chi – per un tempo non sempre precisabile – sente di essere salito sul carro del vincitore.
    Politiche, amministrative, poco importa….comincia la fiera…e la giostra gira.
    Interessante il dibattito politico… aperto, fervido di confronto…. “ancora vivi gli italiani,” mi viene da pensare.
    L’illusione dura sempre troppo poco!
    Il rumore del dibattito è destinato inesorabilmente a trasformarsi in sommesso mormorio per poi divenire indecifrabile brusio …quello della rassegnazione, mi si dice….purtroppo, e molto più realisticamente, quello del disinteresse.
    Ci interessiamo al confronto politico quando si identifica col problema elettorale…siamo sostenitori concitati ed informati sul nostro partito di preferenza e su quello che identifichiamo come avversario, il tutto per un lasso di tempo che copre al massimo un paio di settimane…un mese a tutto voler concedere.
    L’Italia delle elezioni così come l’Italia dei mondiali, o quella che incitava Luna Rossa nelle notti dell’America’s Cup…tutto contingente, tutto momentaneo…e soprattutto: tutti assolti, perché i politici e le loro scelte errate ci assolvono… nei cinque minuti bastati al presidente di seggio di turno per annotare i nostri dati anagrafici su un registro noi abbiamo svolto il nostro dovere: nello scegliere e delegare i nostri rappresentanti, abbiamo delegato ogni nostra responsabilità!
    Il gioco per noi è finito…adesso c’è solo da aspettare il primo errore di una maggioranza non voluta o la prima aspettativa disattesa di una maggioranza sostenuta con quella x posta su un foglio colorato.
    Per tutto il resto della legislatura, stavolta come le altre, mi aspetto di confrontarmi con persone che sconosceranno anche i nomi dei ministri preposti ad ogni singolo dicastero; con chi non avrà alcun interesse a chiedersi quali siano i progetti di legge presentati in Parlamento; con chi queste cose magari le conoscerà solo quando un telegiornale, possibilmente sentito per sbaglio e distrattamente, annuncerà che la conclusione di quello stesso iter legislativo ha prodotto un provvedimento in contrasto con i loro interessi personali.
    Una politica della legalità, del progresso economico, della tutela delle classi deboli è stata e sempre sarà possibile, ma certamente non semplice da raggiungere. E in questo i nostri rappresentanti fanno al meglio il loro dovere: ci rappresentano, così per come siamo….con i nostri particolarismi, il quasi assente senso civico, la poca voglia di pensare che la nostra vita si proietti al di là delle mura della nostra abitazione.
    In una bolgia del genere la critica è facile, quasi dovuta….ma non sono ancora disposta a rassegnarmi all’idea che non esistano individui che al prestigio della poltrona siano capaci di accostare l’impegno per un reale miglioramento di questa società.
    Pensiero utopistico? Non credo…salvo a voler sostenere, e non credo sia possibile, che questa società non abbia conosciuto evoluzione alcuna.
    Questo giustificazionismo della rassegnazione ci fa avvertire lo Stato come un’entità astratta….una sorta di pater familias lontano al quale chiedere il pane e a cui attribuire la causa delle nostre insoddisfazioni, mentre pochi sono disposti ad ammettere che sia solo il figlio delle nostre personali incapacità.
    Ogni singolo diritto acquisito negli anni, ognuna di quelle libertà che oggi ci permettono di far valere la nostra voce, sono il frutto di lotte sostenute dalla gente per la gente, da persone della strada ma anche da politici.
    Nulla di strano, quindi, che se la classe politica è peggiorata nel tempo lo si deve solo ad un malcostume dilagnate e ad un generale disinteresse per le politiche sociali.
    La scorta di un parlamentare o di un sindaco non è, e non può essere considerata, una barriera che si frappone fra quest’ultimo e la collettività, lo saranno – se mai – la sua incapacità di riconoscere e sapere assecondare i bisogni e le aspettative di chi ha scelto di conferirgli un ruolo di cotale importanza.
    Le mie personali convinzioni politiche – che in quest’ambito poco rilevano – mi tengono lontana mille miglia dai programmi della CdL che la Moratti, suo malgrado, rappresenta ma questo non mi impedisce di indignarmi di fronte agli incivili ed ingiustificati atteggiamenti manifestati da una sedicente egualitaria sinistra che dissacra, col gesto di pochi, quegli stessi valori tanto esaltati e che, ricordiamolo, sono stati conquistati con il sangue profuso sulle pagine di una storia che probabilmente oggi non avremmo neanche la capacità di riscrivere.
    Se è vero, come è vero, che la Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo (così come modificata con legge del 2001) è l’organo di raccordo tra l’ente locale e l’apparato amministrativo statale, perché sostenere che chi ha rivestito tale ruolo, avendo dovuto (per qualifica e funzioni) conoscere la realtà locale per inserirla in ambito nazionale e per richiedere da questo i corretti sostegni ed incentivi alle politiche locali, non possa essere considerato meritevole di assurgere alla carica di primo cittadino? Di contro, sinistra o destra che rappresenti, non lo meriterà nel momento in cui quella poltrona dovesse divenire soltanto un predellino su cui far leva per salire a livelli più alti.
    La Sicilia ha riscelto Cuffaro…la Sicilia non vuole cambiare….beh, a me piace guardare anche a quell’altra metà della Sicilia che ha dichiarato un altro intento…che oltre al voto, in altre occasioni, ricordando qualcuno di speciale, ha espresso il sostegno e la stima per un nome che – per questioni di parentela – abbiamo spesso risentito alle ultime regionali.
    Mi piace pensare ai ragazzi che nelle scuole imparano la cultura della legalità, alle associazioni di semplici cittadini nate sotto la spinta di esempi come Falcone e Borsellino o di uomini che non hanno neanche conosciuto il prestigio della magistratura, come Libero Grassi.
    Perché questa terra non è solo mafia, sole e mare…è anche voglia di riscatto…e conosce gente onesta che vuole poter vivere un futuro diverso e, al di là delle personali preferenze ed adesioni, non sono disposta a riconoscere che i valori siano appannaggio esclusivo di un colore.
    La mafia è un sistema che si nutre dei nostri disagi sociali, della povertà, così come dell’arrivismo e della sete di potere…le discrasie del vivere comune la alimentano.
    Li ho visti questi uomini di mafia; ogni singolo individuo, anche il più temuto, è solo un uomo…con i suoi limiti e – perché no? – con la sua salute non perfetta e gli acciacchi tipici dell’età che avanza…ma la mafia è una macchina perfetta, dove il fine dell’organizzazione appartiene allo stesso modo a qualunque accolito. La mafia, in negativo, applica quella medesima forza che noi in positivo non riusciamo a produrre.
    Per questo, mentre le dita agili delle stenotipiste lasciano il segno tangibile di una realtà che si descrive e si disegna sempre più chiara nelle aule dei tribunali, spesso mi accorgo che quella consapevolezza, quel disagio, non sono in grado di varcare con la stessa intensità la soglia del Palazzo di Giustizia.
    Ciò nonostante, non riterrò mai che un voto sia inutile “perché tanto le cose non cambiano”, purché ovviamente sia sostenuto da principi saldi, da un’informazione continuativa e corretta, da un forte senso critico e da un impegno costante nelle grandi e nelle piccole cose….in fondo è con lo scalpello che Michelangelo ha scolpito “La Pietà”.

  4. La Moratti a Milano… Cuffaro in Sicilia.
    Con la sua vittoria la Moratti ha dimostrato di rappresentare le idee di più della metà del popolo milanese, io mi consolerei per il fatto che almeno non è indagata dalla magistratura per associazione a delinquere di stampo mafioso.
    Questa ultima votazione ha dimostrato che dalle nostre parti le idee dei siciliani non sono rilevanti, da noi si vota la persona che concede piu’ favori, tutto questo perchè i siciliani sono abituati alla triste consuetudine di votare l’amico, ignorando il fatto che magari, proprio quei favori, dovrebbero spettare di diritto a tutti… tra i tanti: un posto di lavoro.
    C’è che dice che la mafia da noi non esiste… rispondo: sono balle. La mafia è ancora forte, solo che ha cambiato aspetto e modi di fare. La mafia continua ad essere sostenuta dalla massa (così come lo era in passato) e nulla può cambiare fino a quando la nostra gente non capirà che il destino della sicilia non sarà di certo migliore continuando così.
    E poi mi vengono a dire se voglio il ponte: non lo voglio sto katzo di ponte perchè non voglio che queste persone continuino ad arricchirsi alle nostre spalle ed a spese della comunità europea che ha tutte le ragioni per biasimarci. Come possiamo parlare di progresso in sicilia se la testa dei siciliani è ancora immersa nella preistoria.
    Non ce lo meritiamo un ponte, seppur meravigliosa nell’aspetto e ricca di cultura, la sicilia è stracolma di gente con un’anima miserabile.
    A volte mi chiedo se Bossi & co. non abbiano tutti i diritti del mondo a volersi separare da noi… :(

  5. Ebbene si ha vinto la sig.ra Moratti. Meno male che questo risultato, tutto politico e destinato a incidere sulla politica nazionale, non si misurerà sul numero di comuni e province vinti dagli uni o dagli altri.Milano è da 15 anni (ahinoi) la capitale del berlusconismo e del leghismo, inclusa quella ampia fetta di «leghismo» che vota Forza Italia. Delusa come sempre davanti a tanta cecità.. Ci rifaremo con il referendum?

    Voi tuttapposto?

    Baci e saluti

  6. Io sono angosciata all’idea che la Moratti possa governare la città di Milano. Milano ha bisogno di concretezza, non di astrazioni, di proclami da salotto, di fuffa.La Moratti ha continuato a ripetere durante la campagna elettorale che lei vuole essere vicino alla gente (come fa a essere “vicino alla gente” una che gira con la scorta?). Ferrante ha continuato a ripetere che lui vuol servire la gente, il cittadino (come fa a “servire il popolo” un ex prefetto?). Mah staremo a vedere..

    Baci e saluti

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