Mattone sopra mattone
calce tra la ceramica
una mano dopo l’altra
qualcuno aiuta, di tanto in tanto
E’ lo spessore che conta
poichè gli occhi temono l’angolo giro
ma non posso frenare il sentire
delle urla alle mie spalle
Ho costruito la mia stanza
accogliendo gli amici topi:
un pubblico accomodante
che assiste ai miei esercizi sul liuto
Ho acceso candele sul cerchio di ferro
ed un fuoco caldo e sognante
riscalda e colora le pietre del camino
mentre le corde dell’arpa risuonano nelle armoniche per simpatia della melodia
Sorrido al mio pubblico
gioco tra gli intervalli di quinta
vorrei non stancarmi
poichè perderei ogni cosa
La luce della luna attraversa le grate della finestra
ho fatto corna di cervo con legno di platano
la verde vallata del Paradiso era così serena
e nel mezzo correva un fiume blu
una bella fanciulla che lì aveva incontrato il vero amore
gli diceva: promettimi che quando vedrai una rosa bianca
penserai a me, ti amo così tanto, non ti lascerò mai andare via
sarò il tuo fantasma della rosa
i suoi occhi credevano nei misteri
il suo spirito selvaggio ancora gentile
giacerebbe tra le foglie d’ambra
mitigato dal cuore di una bambina
lui gli disse
che l’avrebbe amata
Quando tutto fu compiuto
lei iniziò a correre
lui la osservava danzare al sorgere del sole
e quando fu lontana pensò persino di vederla
sopra la brughiera
Sto alzando mura per fantasmi
sotto un cielo coperto dal vecchio mantello bucato di dio
e rido dei miei topi
quando stanno dritti sulle zampe nell’attesa di un SOL che non giungerà