Uridan
è stato l’acaro perfetto:
mangiava la polvere
e la notte dormiva con lei
tenendola al riparo dai fratelli
brutalmente affamati di squame cellulari
Uridan soleva dire:
c’è un solo modo d’amare
il resto è filosofia
l’amore della terra verso i fiori
è quello dei fiori che tornano alla terra;
l’amore del sole per il suo sistema
è quello dei pianeti che la notte piangono rugiada;
l’amore di un acaro per la sua donna
è quello che la donna gli restituisce bandendo tessuti anti-allergici
Uridan aveva pochi amici
ma erano tutti preziosi e speciali
c’erano Meridor e Fugino, Kastiel e Rubino
e con loro si confidava, ed un pò si vantava
perchè la sua donna era un regalo dell’universo
ed anche se lui era piccolo e non poteva dirglielo
lei lo sapeva, e glielo dimostrava non succhiandolo via con l’aspirapolvere
Un giorno Meridor gli disse: ha degli occhi così profondi
che mi verrebbe voglia di passarci sopra la coda
per provare la vertigine del vuoto
e Fugino gli si avvicinò sornione
raccomandando ad Uridan di dormire con un occhio solo
Il giorno dopo Kastiel gli disse: ha delle labbra così morbide
che mi verrebbe voglia di saltargli sopra
per provare la leggerezza dell’essere
e Rubino lo colpì sull’esoscheletro
raccomandando ad Uridan di lasciare aperto anche l’altro occhio
Dopo qualche giorno Fugino disse a Rubino:
che ne pensi di quello strano uomo?
Gira intorno alla donna di Uridan
ride, scherza e la riempie di lusinghe
e quando non è impegnato a starnutire
la sta ad ascoltare per lungo tempo
ed abbassa la testa ad ogni sua lacrima
Uridan che ascoltava
si raggomitolò tra le fibre del tappeto
e da lì la sua voce stridette queste parole:
non mi lascerà, mai.
L’uomo faceva visita alla donna di Uridan quasi ogni giorno
e quasi ogni giorno starnutiva;
prima toccò ai gatti
poi andò via pure il cane
ed infine ogni tappeto della casa finì nella plastica dura di un sacco gigantesco.
Uridan si nascose in un angolo
inerte innanzi i saluti affettuosi di Meridor e Kastiel
ed incerto sulle raccomandazioni amichevoli di Fugino e Rubino
L’uomo continuava a tornare
ed ogni volta starnutiva
e tutti e due strofinavano, e pulivano
e spruzzavano liquidi fetenti in ogni angolo della casa
fin quando lui non portò fino a casa un grosso secchio d’acciaio
E fu la descrizione di un attimo
Uridan vi fu trascinato dentro
con un bel pò del suo cibo preferito
Allora è vero, pensò Uridan nella sua prigione di carta,
che non si ama in un modo solo:
eccomi qui a sentirla in tutto il mio esoscheletro
mentre per lei neppure esisto;
posso urlare, saltarle addosso
dirle che l’amo fissandola dai miei cento occhi,
e ancora lucidare la mia armatura, assumere una posa plastica
bere ogni goccia delle sue lacrime per non lasciarle seccare sul suo bel viso
…potrei fare tutto,
anche farle colare sul cuore la mia benefica saliva… non sarebbe niente
Per la testa, sul suo petto
sono solo un fantasma
Illuso di aver vissuto per un motivo
Uridan fu felice di passare il resto della sua vita
a corteggiare scarafaggi e lumache
creature di sicuro non affascinanti
ma con un senso dell’ordine ammirevole