Le mie stravaganze in società continuano a disorientare tutti coloro che mi stanno vicino. Un caso a parte Giovanni, della cui amicizia posso dubitare, ma che non si comporta male come confidente. Non vedo Ivana dal giorno nero della pagina precedente e non riesco e non voglio farmi vivo con lei, credo di aver perso ogni speranza che lei avesse potuto provare in qualche modo gli stessi sentimenti che provo io, che fossi fondamentale per lei in egual misura di quanto lei lo è per me… e dire che non mi restava nessun altro che avesse potuto meritare la mia fiducia. Venerdì, dopo aver fatto di tutto per evitarlo, ho incontrato Tiziana, le ho parlato e ho addirittura trascorso l’intera serata con lei in un pub. Non che l’incontro abbia risvegliato l’antico tormento, come temevo… stranamente non mi sono preoccupato più di tanto del trovarmi di fronte ad una persona che in tempi passati causava al mio cuore dei forti scombussolamenti, che mi faceva mancare il respiro e mi trasformava in un perfetto ebete incapace di spiaccicare una sola parola. Nel momento in cui si è congedata da me ho viaggiato con la memoria nei bei tempi andati: il dolore gaio dell’innamorato fiducioso, un dolore che fa sentire vivi e che dà la forza di superare ogni sorta di difficoltà esistenziale, un piacevole doloroso stordimento, qualità portanti della mia personalità di un tempo. La rievocazione mi ha portato a riflettere su quanto poco valgano i giudizi definitivi che un uomo dà alla sua essenza. Chi ero io un tempo, sicuramente non ciò che sono ora, e nei comportamenti, e nel modo di pensare; tutto ciò che provavo e facevo allora era opera di un altro Nicola che viveva una sua vita propria e che oramai non esiste più. Non so se sia la frase più giusta da utilizzare, ma mi sento come se fossi stato il boia che ha tagliato la testa a quelle parti di me, mi sento come se mi fossi condannato a morte diverse volte e, dopo ogni volta, fossi rinato diverso. Come risvegliare il Nicola di un tempo, quello che in nome dell’amore correva a perdifiato fin quando non crollava spossato, quello che credeva ancora in qualcosa. Il forte e fiducioso Nicola è ormai solo un ricordo e sono stato io stesso a condannarlo alla fine.
24 Gennaio 1994 (lunedì) ore 18:30
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