Quest’anno ho spezzato la tradizione di scrivere un post per il giorno in cui ricorre la mia nascita (cioè ieri), post di solito protetto da password per via di contenuti troppo privati da regalare al mondo. Scrivo senza sapere cosa scrivere e mi illudo che la causa della mia apatia sia attribuibile al fatto che sono solo giorni marci scanditi dai rimproveri di gerarchie che, nonostante la loro inutile pochezza, riescono a finire nei tuoi sogni in forma di uomini grandi e potenti, pieni di denaro sonante e della stima di tutti, compratori di grandi società del ramo energetico e tuo padre da lontano che ammonisce: vedi, non tagliare la corda, sii previdente, costruisci il tuo futuro con loro.
Mi sveglio, sono sudato, poso una mano sul capo della mia donna che sobbalza: che succede? Un altro incubo… ed io: si, altre inutili paure, e questo tempo che passa svilisce il mio entusiasmo.
Possa la musica sostenermi