Una dittatura, né più né meno. La cosa che fa più rabbia è il fatto che questo tipo di sistema non valga per gente come Blanco. Lascia che ti racconti un altro spiacevole episodio verificatosi oggi in prima mattinata: mi trovavo come tutte le mattine in sala cinema ad attendere ormai l’implotonamento quando d’un tratto da fuori si sentono delle grida. Come un branco di pecore tutti si riversano all’aperto, già si gridava che Blanco stesse picchiando qualcuno, sinceramente non mi sono preoccupato della veridicità o meno della voce, mi sono alzato quasi d’istinto e poi mi sono nuovamente lasciato cadere sulla sedia disgustato da quello che era successo, dall’entusiasmo con qui quella gente si era tuffata fuori per assistere ad una violenza. La guardia che stava ai bagni, la cui unica colpa è stata quella di adempiere al suo dovere, si trova adesso in ospedale in prognosi riservata rea solo di aver impedito a Blanco di farsi uno spino in bagno. Pietosa la scena dello stesso Blanco che teatralmente entrava al cinema urlando ingiurie contro la sfortunata guardia che aveva osato mancargli di rispetto – Lo ammazzo – gridava – lo faccio fuori! – Ancora nessun procedimento disciplinare per l’animale, solo una lavata di testa da parte del capo e del guardia marina di turno (per lui niente grida naturalmente). Poco dopo altri due hanno cominciato a menarsi, forse si erano eccitati alla scena di poco prima, sono stati richiamati e gli è stato fatto rapporto. La punizione per questi ultimi si è rivelata esemplare: 5 giorni di R. Le esperienze che sto vivendo mi stanno insegnando a dubitare fortemente del diritto costituzionale che ogni cittadino ha alla libertà, non ho mai sostenuto che possa esserci una libertà totale, questo d’altra parte significherebbe anarchia, tuttavia credevo che almeno la libertà di poter esercitare la propria libertà con le naturali limitazioni fosse un diritto di tutti, qui invece ti impediscono di salvare la pelle, ti impongono punizioni spesso assurde, ti costringono ad obbedire a degli ordini idioti (pulire la caserma, farti la barba, lucidare le scarpe etc) e come se non bastasse ti costringono anche a giurare… non credo nell’omicidio e non posso giurare che in caso di guerra debba essere disposto ad uccidere. Basta… basta, passiamo ad argomenti più piacevoli. Stasera ho chiamato Ivana, il risentire la sua voce mi ha fatto bene, abbiamo parlato delle mie esperienze di caserma e lei si è sfogata con mercoledì per i soliti problemi con Sergio. Sono triste e voglio tornare a casa, devo ringraziare i miei libri e la musica che mi tengono continuamente su… Ivana, credo di amarti.
23 febbraio 1994 (mercoledì) TARANTO ore 20:45
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22 Dicembre 1990 (Sabato) ore 11:43
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7 Agosto 1994 (domenica) Pozzallo ore 9:53
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19 Febbraio 1990 (lunedì) ore 19:00
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5 Marzo 2002
Non ho una percezione precisa e coerente di quello che mi sta accadendo: rabbia, confusione, angoscia e dolore sono gli elementi che