Una luce nel buio

14 Gennaio 2007
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3 minuti di lettura

Già… le ingiustizie, le cose che vanno storte per propria colpa… potrei impegnare il tempo pensando al buio che talvolta avvolge la mia anima, alla vita che ineluttabilmente conduce verso una morte dolce o terribile, a tutto quell’insieme di negatività frutto degli errori passati cui non potrò mai porre rimedio ma….

…poco fa stavo seduto sulla tazza del cesso e pensavo a ciò che posso fare per aiutare le persone che amo per così, di riflesso, aiutare me stesso; escogitavo mille soluzioni proiettandomi nella mente i soliti film con azioni eroiche e relativo lieto fine, ma poi mi sono chiesto: potrei fare bene ma potrei anche ottenere l’effetto opposto… e allora tutte le “americaniate” che mi faccio nella testa diventano tragedie, con gli eroi trasformati in carnefici e le vittime ancora più vittime.

…la faccio più semplice. Ho i miei problemi, sicuramente non sono seri e me ne rendo conto… spesso però ci si trova a dover affrontare anche i problemi delle persone che ami, e dio solo sa quanto riesca a farli diventare miei con tutto ciò che ne segue (e così mi aggancio al discorso dei film mentali). Quest’epoca ci ha donato un meraviglioso handicap: il pensiero debole. Un tempo i grandi uomini combattevano per le cose in cui credevano perchè avevano margini per farlo: bastava salire su di un pulpito ed infiammare la folla… adesso se non passi in televisione non esisti. E questo senso di impotenza mi avvolge sia per le grandi che per le piccole cose… qualunque cosa possa fare per rendere la mia vita, o quella delle persone che amo, migliore di quanto sia, è solo temporaneo, provvisorio, chè il mondo si mette sempre contro quello che può fare un singolo uomo.

C’è un ordine nelle cose? Si… direi proprio di si, e direi anche che in questo insieme di schifo c’è qualcos’altro… una luce.

La mente mi porta verso quell’angoscia che conosco bene: una roba che gira nello stomaco, un peso forte sul cuore… STOP. Per fortuna in questi anni ho imparato qualcosa.

Il nostro problema sta in come trattiamo gli eventi che ci investono: se ci capita una cosa bella ce la prendiamo tutta… se ci capita una cosa brutta facciamo la stessa cosa… bene: proviamo a cambiare atteggiamento davanti alle cose brutte. Da diversi giorni mi perseguita un odio viscerale per le ingiustizie e ovunque ne veda mi lascio facilmente cogliere dalla collera: difficile contenersi. Bene: adesso voglio pensare alle cose buone della mia vita, alla mia donna che mi si avvicina e mi sussurra che ha bisogno di me, io che la abbraccio e la bacio, la stringo forte al petto, ed il cuore è così pieno d’amore che la serenità se non la gioia incontenibile arrivano al galoppo e niente potrà spostarle da lì… poi sono a casa, solo, giungono cattivi pensieri, mi viene incontro ancora l’angoscia ma… questa volta la fermo sulla soglia del cuore, la tratto diversamente, non l’accolgo dentro di me ma mi limito ad accettarla come parte di ciò che sono, esattamente come può essere un’unghia incarnita o un dente dolorante…. è diverso, è molto diverso…. sapere che la vita è fatta di gioie e dolori ma lasciare entrare nel proprio cuore solo le gioie è un’altra cosa, il dolore lo tratti come una malattia da curare, una cosa che aspetti che finisca pensando solo a quando starai di nuovo bene… è diverso, molto diverso.

La morale di tutto questo sta nel fatto che ogni tanto bisogna guardarsi seriamente intorno… scoprire sinceramente tutte le nostre conquiste permanenti e non: il fatto che viviamo, che respiriamo, che proviamo emozioni, che possiamo guardare il sole, la luna, gli uccelli, gli alberi e possiamo inebriarci col profumo dei fiori, il fatto che siamo intelligenti, alcuni di noi particolarmente intelligenti, il fatto che abbiamo raggiunto obiettivi invidiabili, che abbiamo ancora accanto la persona che amiamo… non a caso l’ordine in cui ho messo tutte codeste conquiste è quello che bisogna accettare in ordine di priorità, perchè un giorno si potrebbero anche perdere gli obiettivi raggiunti e tutto ciò che in genere fa parte delle conquiste materiali, ma ci resterà pur sempre la vita e la natura intorno che sono cose meravigliose… anche chiusi in una piccola stanza buia una piccola e flebile luce che penetra da un buco può rendere la vita meravigliosa… basta guardarsi le mani e sentire il loro calore sul viso, basta ascoltare il proprio respiro, solo quello, per sentirsi immensi.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

3 Comments

  1. Grazie. Ma il mio unirmi in simbiosi è purtroppo involontario ed indipendente dalla mia volontà. Se potessi eliminare tale simbiosi avrei risolto il mio problema e credimi a ciò agogno ardentemente. Ciao

  2. Soffro in maniera continua ed irrazionale. Sofferenza di riflesso a quella di mia figlia(26 anni) intenta a percorrere la sua via di ricostruzione dell’autostima e dell’ amor proprio dopo l’ abbandono da parte del suo ex (che ha frequentato per nove anni) e che adesso sta con un nuovo amore. Non chiedetemi del perchè di questa mia sofferenza (atroce) di riflesso alla sua. Il perchè non lo conosco neanche io. Nonostante la sua adulta età, questa figlia dalla interiorità fragile e generosissima, è come se l’ avessi ancora in grembo, pronta a venire alla luce. Una luce che so benissimo essere inesistente. Sono i suoi sguardi spenti, tristi, interrogativi, sempre così pregni di un candore disarmante che mi danno tale consapevolezza. Si, i suoi sguardi così loquaci al mio animo nonostante non ci siano mai parole tra noi di sfogo da parte sua, che si è chiusa in un silenzio di accettazione del ciò che è. E’ irrazionale, lo so, ma non riesco ad accettare la sofferenza di mia figlia. Non riesco ad accettare la sua perdita di fiducia in sè e negli altri. Non riesco ad ascoltare quel suo silenzio carico di rumore. Tutti siamo chiamati ad affrontare i nostri dolori e sono consapevole di quanto la solitudine ne sia condizione ineluttabile e comune nell’affrontarli. Ma nonostante tale consapevolezza non riesco a non angosciarmi per la profonda solitudine di mia figlia. Solitudine che mi spiazza, mi attanaglia e mi rende disperata dato che sono impotente a poterla colmare.

    • ciao esserci… alcune esperienze mi hanno insegnato che serve a poco unirsi in simbiosi al dolore di un altro, che sia una figlia, un genitore, un fratello, una fidanzata… piuttosto quello che puoi fare è solo starle vicino e non fargli mai perdere il riferimento di una figura forte e risoluta che ci sarà sempre, ne trarrete vantaggio entrambi… ti abbraccio

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