A mia Nonna Ninetta
Una mollica di pane è come una parola che prende corpo e concentra tutto il suo significato in un centimetro cubo.
Non è una somma di ingredienti con i relativi condimenti e le possibili trasformazioni;
non è oggetto di degustazione e non è soggetta a critiche…
non si scrivono manuali e ricettari su di essa.
La puoi sbriciolare, spezzare, manipolare, frammentare a tuo piacere.
Che sia confezionata oppure fresca, in polpetta o al sugo, tostata o aromatizzata, costretta dall’uovo ad avvolgere il pollo o ad accompagnare le olive sott’olio, che sia di pastadura o toscana, araba o francese, resta sempre e comunque un elemento semplice, solido, immutabile, che ci accompagna sin dalla nascita e che da sempre ci racconta una storia…la nostra storia.
E’ il mio sentiero di Pollicino, grazie al quale, in momenti difficili, sono riuscita ad orientarmi e, passo dopo passo… mollica dopo mollica… “sciatu” dopo “sciatu”,
a giungere alla conclusione che la “bellezza” era nel mio viaggio… nel mio tentativo di colmare i vuoti allo stomaco…con delle molliche di pane.
Un sentiero che guarda in alto verso una piccola finestra accanto ad una chiesa; te ne accorgi perché puntualmente tre volte al giorno senti il pigolìo dei pulcini che attendono il nutrimento, ancora incapaci di volare.
Così Nicola ed io attendevamo sotto a quella finestra il tuo richiamo per dirci che il pranzo era pronto.
Salutavamo i nostri amici della Sacra Famiglia e salivamo di corsa per gustare le tue cotolette, salvo poi scoprire una donna arrampicata sul pedale del termosifone che soffiava sul piatto caldo di pasta appoggiato sul davanzale, sempre in compagnia di qualche mollica di pane.
E da lì…dietro quella finestra, ogni giorno della nostra infanzia scorreva accompagnato da arancini al sugo, bastoncini di riso, furrìa furrìa, frittelle col vino cotto e tutto ciò che il buon Dio poteva sperare per due piccoli bimbi giocosi e affamati ,custoditi dai loro nonni.
Con Nicola ci siamo sempre chiesti perché quegli uccelli avessero deciso di costruire il proprio nido sul comignolo di una cucina e tu, Nonna, puntualmente ci spiegavi che erano stati attratti dal calore di una casa…di una famiglia.
Quel sentiero di molliche di pane ha scandito il tempo regolato da un orologio a pendolo che segnava il mezzodì, o da pentole e coperchi battuti dodici volte la notte di Natale prima di correre assonnati a scartare i doni.
Un tempo domenicale segnato dai viaggi in campagna a Noto, con i forni in pietra già roventi e tu che scaniavi il pane insieme alle tue sorelle e noi… a guastare focacce e fette di pane caldo con olio, origano e sale.
Poi il dolce ritorno nel divano letto del tuo soggiorno a vedere l’ennesima puntata della Schiava Isaura prima di sprofondare in un sonno quieto e riposante, con la mente sgombra…e la pancia piena.
Così si riempiva anche il cuore, perché il tempo di quel sentiero, in cui ho raccolto l’ennesima mollica, mi conduceva ancora da te quando aspettavo il mio primo figlio e trascorrevo le mie visite a Ragusa accolta ancora una volta nella tua casa sconfiggendo le mie paure con i “cosi i miele” e i fagottini alla marmellata… e qualche pezzo di “ghigghiulena”.
E ancora oggi che compi i tuoi primi cento anni, riesci ancora a neutralizzare le mie paure, riempiendo i miei vuoti intrecciandoli con i ricordi e gli insegnamenti che porto sempre con me….proprio come tante molliche di pane sparse sul davanzale: sempre disponibili e pronte alle necessità, tanto discrete quanto essenziali.
Tu Nonna Ninetta sei la testimonianza che la resistenza di un individuo non nasce da “prove di forza”, ma dalla capace debolezza che contiene in sé una mollica di pane: essa non è resistente, né immutabile, né forte.
Essa rappresenta il semplice gusto dei gesti quotidiani, attorno ai quali, giorno dopo giorno ,si costruiscono storie, si intrecciano le nostre vite, si sfamano i nostri cuori, si insaporiscono i nostri ricordi.
E adesso non mi resta che porgerti i più affettuosi auguri e so già che tornerò a Catania con il cuore pieno di Amore per te e con le tasche piene…di molliche di pane…!!!
Grazie per tutto
Chiara