Quando finisco di scrivere una poesia, una canzone o un racconto, mi capita di tornare sulle righe per correggere tutti quegli strafalcioni che sovente rincorrono le espressioni esplose di getto dal cuore. Torno a rivedere le consecutio temporum, spesso i congiuntivi sono tra le prime vittime delle liriche immediate, la punteggiatura, spina nel fianco di ogni autore dilettante, i periodi e spesso le parole. Alla fine, rileggendo il tutto, mi placo quando raggiungo la consapevolezza che “più di così” non sia in grado di fare. Sono contento quando riesco ad esprimere dei concetti interiori con parole semplici, lo faccio con la musica e lo faccio con le parole, poi lo faccio perchè non ho un grande vocabolario in testa però è uno stile, e come stile mi piace.
Però, quando leggo qualcosa scritto da contemporanei scrittori affermati, quando ascolto una canzone nuova, scorgo l’abisso di chi fa l’autore come professione e suo sostentamento, scorgo anche decine di altre mani che non sono solo quelle dell’autore: nella musica c’è la mano evidente dell’arrangiatore, tecnico specializzato nell’armonia, e la mente del produttore che perfezionano ulteriormente un brano che all’origine non è mai così perfetto come lo si sente sul cd… te ne accorgi perchè ogni nota è perfettamente allineata sulla battuta ed ogni battuta egregiamente inquadrata nelle misure di un tempo che non batte sul nostro cuore ma freddo e glaciale sul tic del metronomo. E poi, quei violini sintetizzati sullo sfondo che colorano i suoni già perfetti della voce e degli strumenti acustici, sembrano fare sempre le stesse cose, sempre i soliti cromatismi… l’arte dell’arrangiare la chiamano. Perchè nessuno arrangia senza testi scritti, nessuno oramai propone cose nuove: tutto è stato fatto? Può darsi…
Stessa cosa per la letteratura, gli autori moderni sembrano dotati di uno standard culturale perchè in qualche modo seguono la solita musica, i periodi si sviluppano come una composizione musicale in 4/4, le storie sono sempre affascinanti, lavorate, non c’è mai solo la mano dell’autore… il tecnicismo divora tutto, ogni cosa deve essere perfetta quanto è possibile e l’ispirazione ha perso ormai il significato suo originale.
Ci chiediamo come mai viviamo nel secolo dei remake?! Ecco la risposta: l’ispirazione è morta e la scusa del “tutto è già stato fatto” è troppo scontata.
Saluti…
Tecnicismo all'eccesso
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