Sono perso e non è ancora finita. La giornata di oggi si è rivelata devastante, dai giorni in cui mi lamentavo di lavorare troppo sono passato a momenti di triste far niente, triste perché quando non faccio nulla penso, e quando penso mi rovino con le mie stesse mani. Ho scambiato da poco quattro chiacchiere con Daniele che si è rivelato un grande amico.
Gli ho parlato di Ivana con uno spirito e delle parole così piene d’ammirazione che io stesso mi sono stupito di quanto sommamente la desideri, forse il primo effetto dell’allontanamento forzato o forse la naturale conseguenza di un amore riconosciuto definitivamente come unilaterale. Daniele si è commosso alle mie parole, dice che gli ricordavo una storia che aveva vissuto e che lui stesso aveva troncato da qualche mese. Beh, a parte il fatto che credo ci sia una notevole differenza fra il lasciare e il non essere neppure considerato, mi è parso che avesse compreso completamente i miei sentimenti, ed è grandioso sentirsi compresi in un sentimento così vario come l’amore… grande Daniele. Adesso sono preda di una piacevole angoscia, il veleno se non altro mi aiuta a trasformare l’emozione aumentandone l’intensità fino a raggiungere l’eccesso e trasformando così il dolore che da statico si scatena in una battaglia biologica interiore trasformandosi in accelerazione devastante stordendomi.