Sai, adesso comincio a chiedermi quanto durerà questa sensibilità estrema, per quanto tempo dovrò ancora fare i conti con la nostalgia e soprattutto con lo spettro di un amore che sento fallito e per il quale, nonostante tutto, provo una grande pietà perché era grande, con tutti i suoi dolori e le sue incomprensioni, con le frustrazioni che portava seco, era grande e bello… mi manca quell’amore, soprattutto adesso che “devo” imparare a stare da solo, a convivere con me stesso e la mia interiorità senza più spaventarmene, senza averne paura.
Quando penso a Giulia mi assale subito una terribile angoscia, oramai la sento tanto lontana, quasi non la riconosco più nei modi di fare, né riconosco la sua voce… non ricordo più il modo in cui mi baciava e i suoi sguardi, non ricordo più nulla di lei, come se non ci fosse stato mai nulla. Questa cosa mi spaventa tantissimo perché è in questi momenti che salta fuori la natura umana: nella capacità di adattarsi alle situazioni per non soccombere ai cambiamenti radicali. Sto svoltando a grande velocità ma la nuova strada è insidiosa, piena di trappole e di false verità… l’unico punto fermo in tutta questa situazione è Dio, ogni volta che apro il mio cuore a Dio tutto diventa più facile, ogni cosa basta così com’è… ma purtroppo la mente non mi permette di raggiungere questi momenti con una frequenza tale da farmi stare tranquillo, anzi la ragione torna prepotente a ripetermi: Lui non c’è vicino a te, perché non è come te. La vita fa schifo e tu, fiore nel fango, devi accettarlo.
Io… fiore nel fango… mi sento davvero così. Intorno a me vedo tanta solitudine e tristezza, dei vecchi amici neanche l’ombra e neanche mi importa che portino Giulia a spasso per la città, o forse si, quando ci penso.
Tutto diventa così strano intorno a me, come se il fuoco che bruciava nel mio cuore fino a qualche mese fa, si stia pian piano spegnendo… come vorrei trovare adesso tra i ricordi un momento davvero importante nella storia tra me e Giulia, un attimo in cui mi sono sentito davvero appagato, un’immagine da scolpire nel cuore che non debba costringermi a considerare questi tre anni come buttati.
Come vorrei che lei trovasse la persona giusta, una persona che la cambi davvero… ma no, le persone non si possono cambiare, ci ho provato in tutti i modi. Qualche giorno fa ho letto la lettera che mi ha scritto per lo scorso S. Valentino, mi ringraziava di averle fatto conoscere il vero amore; ho pianto furiosamente, volevo chiamarla, volevo ringraziarla io, ma poi mi son detto: di cosa? Di cosa dovrei ringraziarla?! Forse della rigidità affettiva con cui ha gestito il suo sentimento nei miei confronti, o ancora dei tre anni perduti con una persona che ha scoperto di essere profonda solo quando stava con me, o forse ancora per avermi amato… si, per quello le sarò grato, per avermi amato e per aver cercato di cambiare per amor mio.
Adesso la lontananza non mi angoscia più, né mi turba l’ineluttabilità della sua decisione di non tornare più insieme, lo fanno solo i ricordi e soprattutto il bisogno di essere amato.