10 lunghi anni a sopportare il peso di una perdita:
è stato ieri, seduto a testa china
mentre il canto delle tre stranezze
riverberava tra le mura della chiesa
l’altalena sospira
mentre l’asse che fa da leva
ospita un solo bambino triste
che solleva le gambe per credere nel suo amico immaginario
un tessuto bianco di schiuma
cola dalla mia finestra
e raccolgo i resti di uno scarafaggio
fatto a pezzi dai felini
oramai padroni della mia casa
ho perso la voglia di fare qualcosa per me
e mi giustifico urlando a tutti
che sto bene così
che non fa male lasciare il denaro ai folli
per starsene ogni giorno a fagocitare visioni del nulla
ho smarrito i miei sogni
mia dolce e tenera amica
che con tutto il tuo da fare
ti dai pena a confortarmi;
come una sorella conosci il mio passato
riconoscendo ciò che sono
e lottando col solo futuro che immagino
nomade per il mondo
vestito di cenci ed imbottito d’alcool
cercatore di niente
sovrano delle discariche
… come potresti immaginare tale destino per me
eppure sono arrivato a colmare il senso della mia vita
col nero sterco delle creature infernali
cedendo al disincanto
rotolando dalle mura di babilonia
e perdendo il mio amore
dolce come le nuvole che un tempo ammiravo dalla torre
ciò che è perduto finisce in un pozzo
ed ogni mese che passa
scompare lentamente alla speranza
per finire nella melma putrescente
di una vista appannata e confusa
con la malinconia di un vecchio
che seduto sulla riva del suo porto
piange lacrime inconsolabili per la sua sposa annegata
ho costruito pipe giganti
per sostenere i palazzi delle mie abilità
ho alzato gru di cartapesta
per sollevare blocchi di truciolato affogato nel sangue dei morti
ho piantato fagioli magici per salire fino al cielo
e guardarti dall’alto, lontana da me, felice nel tuo mondo
ed hai alzato lo sguardo
e così sono precipitato
non trovando alcuna occasione
che curasse il mio cuore spezzato
… e fu la notte dei pensieri
con piccole sparute stelle lontane
a rinfrancarmi dal vuoto assente delle emozioni
un solo cuore pulsa nelle gesta della mia vanità
ed è nebbia sottile quella che avanza
per la palude urlante ed oscura
che abito con massima colpa