– Le cose che guardo sono agitate dal vento…
… impostiamone un dialogo
ed io dovrei farne il relatore !
– disse il nano accovacciato sull’argine del fiume –
Ma non dovremmo pensare ad altro ?
– e lui rispose
non saprei, hai deciso tu per questo assurdo gioco
Ma io… io volevo, io desideravo
che mi si schiudesse il forziere dei pensieri
– e lui disse
queste metafore le compri al mercato del luogo comune ?
c’era un’offerta del tre per due ?
Osserva ancora l’immobile fuscello
– e disse
Mi scassa la minchia
Non canto, io penso
non volo, cammino
non urlo, respiro.
– Pensavo ad un attimo di quiete
il mormorio del ruscello mi ha suggerito che il tempo scorre a me
e l’ultimo istante si avvicina
allora mi son chiesto : perché questo dolore strano mi prende ? !
Fratello, devi parlare più lentamente
non sono mica uno stenografo
– Beh…
Non lo scrivo questo, è troppo lungo
– Ma avrebbe potuto esserci la chiave del mondo
Non importa… ripongo questo taccuino nel suo fodero.