Che ci fosse un mondo quasi sconosciuto (mi riferisco a chi, come me, appartiene a quella che un tempo si chiamava borghesia!) l’avevo scoperto fin da piccolo, anche se allora non potevo certo intuire le implicazioni socio/economiche del lattaio che mi portava il latte in casa, del calzolaio che mi confezionava le scarpe, del povero che tendeva la mano per raccogliere qualche lira e del “cicuraru” che quando usciva di casa la mattina non sapeva se la sera avrebbe portato a casa qualche lira per sfamare i suoi figli. Fino ai 13/15 anni accettavo tutto questo come un fatto “naturale”. C’era il lattaio (anzi la lattaia!) che veniva con la vacca fino a sotto casa mia, suonava la campanella, e io o qualcuno dei miei familiari scendeva con la “caputa” che veniva riempita col latte appena munto; c’era il cucuraro, c’era il calzolaio, e c’era il povero che chiedeva l’elemosina. Tutte cose che facevano parte del quotidiano, come respirare, mangiare, bere, andare a scuola, etc… Purtroppo a un certo punto mi capitò di crescere, e tante di quelle cose che prima mi sembravano “naturali” mi apparvero talmente ingiuste da crearmi veri e per fortuna saltuari problemi psicologici. Infatti avevo vent’anni! Tutti abbiamo avuto vent’anni, e sappiamo come è facile, a quell’età, rimuovere tutto quanto può dare fastidio, proiettati verso un futuro tutto rosa e fiori. Però il problema esisteva sempre, sia pure relegato nel “cul de sac” dei miei problemi, difficile da rimuovere. Poi ci fu un mio amico carissimo, nonché collega di banca, che mi conosceva perfettamente, e che era un po’ più anziano di me, che mi disse poche semplici parole: tu non puoi caricarti di tutti i mali del mondo, da che mondo è mondo ci sono sempre stati i ricchi e i poveri, i fortunati e gli sfortunati. Nessuno sa il perché, ma dai tempi dei tempi è sempre stato così, e non puoi farci nulla! Rassegnati! Quelle parole furono un toccasana e mi convinsero! Un po’ perché fotografavano la realtà che conoscevo, un po’ perché mettevano finalmente a tacere la mia coscienza. E un po’ anche per vigliaccheria! Fino ad ora! I massacri che stanno insanguinando l’Ucraina oggi (e forse tra breve tutto il mondo!) hanno segnato un nuovo spartiacque. Ho cercato di adattare le parole del mio amico all’odierna situazione “mondiale”, ma ora ho 82 anni, e quell’escamotage non funziona più, chissà perché! Così,con un cervello in ebollizione per il mix di molteplici notizie in gran parte contraddittorie, e comunque irricevibili, non mi è rimasto altro che cambiare canale e sintonizzarmi sulla partita di Champion, e per un paio d’ore l’oppio che ci viene quotidianamente ammannito ha funzionato, come mirabilmente rappresentato nell’ultima meravigliosa inquadratura de “ C’era una volta in America”! Ma quando finirà l’oppio, che fare? Sopra c’è la famosa foto del 1972 quando il Vietnam fu bombardato con bombe al Napalm. Da allora sono passati 50 anni. Perchè stiamo parlando di armi chimiche solo ora, minacciando e diffidando quelli che le stanno usando oggi? Perchè non abbiamo parlato prima? Perchè siamo stati zitti per cinquanta anni?
Corrado Randone