In un camping vicino Cadiz (Canos de meca)

24 Agosto 1996
2 minuti di lettura

Mah! Il posto è bello, sono circondato da pini, praticamente sono in una pineta, alle spalle una montagna nel buon vecchio stile ibleo ma… già, c’è sempre un ma che fa da sfondo a tutte le mie avventure perchè in fondo, quando mi tocca vivere una qualsiasi esperienza, non c’è mai niente che vada liscio come l’olio; il problema sta nel fatto che questo posto non ha proprio niente di speciale e in più la gente che lo frequenta non mi piace per niente, certo ancora non ho conosciuto nessuno, ma arrivare di sera in un campeggio dove uomini e donne si mischiano tra loro in orge cosmiche a base di alcool e droga all’insegna della superficialità, non è decisamente una buona premessa e poi i miei compagni di viaggio che ho preferito abbandonare un attimo ai loro religiosi desideri, non sono le persone adatte a me con le loro stupide teorie sul viaggio come esperienza volta all’incontro con persone diverse.

Pensavo che almeno Tano fosse daccordo con me sul fatto che viaggiare significa inebriarsi alla vista di cose nuove: monumenti o posti naturali che siano, e invece anche lui camaleonte alla ricerca di tette e culi con la scusa di “incontrare” persone diverse per confrontarsi.

Ma chi cazzo se ne frega della gente, a che serve viaggiare se siamo sempre circondati da persone, che importanza può avere confrontarsi con la gente comune se possiamo leggere opere letterarie di artisti stranieri o semplicemente ascoltare la loro musica, che importanza… inutile discorso, perchè in fondo so io cosa si intende qua per confronto e di certo non è affare per me e non ne sarei neanche capace vista la mia naturale inclinazione all’essere asociale.

Ma diavolo, ragionavo proprio su questo stamane, sul fatto che non posso affatto dire di avere degli amici, o almeno di contare su persone che condividono un mio modo d’essere, e ancora suonano nella mia testa le parole che Cristina mi ha detto prima che partissi: non cambiare… mi piaci come sei; non c’è bisogno di temere d’essere sbagliato, le perle rare non sono affatto meno belle di quelle comuni… anzi!

E se fuori non mi accetto con tutte le conseguenze che ne seguono, dentro so che riuscirò a riconoscermi con un pò di pratica.

Certo ancora risento della delusione di più di 10 anni fa e non sono neanche troppo sicuro che dimenticherò completamente quella dannata faccenda, ma sarò in grado di costruire qualcosa di buono, riuscirò a realizzarmi come voglio senza lasciarmi coinvolgere dalle false prospettive che sembrerebbe suggerire la stessa nostra natura.

Adesso sono discretamente depresso, combattuto fra il desiderio di restare, generato dalla speranza che qualcosa possa cambiare e la voglia di scappare via e tornare a casa fra le braccia di chi mi vuole davvero bene.

Ho interrotto per andare a comprare le sigarette, nel frattempo mi sono intrattenuto con uno spagnolo, forse non sono male come dicono… in ogni caso da un’esperienza di viaggio chiedo molto più di qualche conoscenza con gente che in ogni caso non vedrò più… ho paura di essere molto depresso, ho paura che il mio giudizio adesso sia distorto, e ho anche paura di avere seri problemi di comunicazione benchè, da solo, una volta “abbordato” me la cavi benone, come nel caso dell’angelo biondo che ieri ho incontrato a Siviglia e che in soli 30 minuti è riuscito a farmi innamorare, ma meglio che non ne parli anche se dalle poche cose che sono riuscito a capire lei potrebbe essere la persona più adatta da conoscere al contrario delle stupide senza cervello che frequentano questi camping.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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