Il pianeta verde (La belle verte)

16 Settembre 2011
1 minuto di lettura

I miei lettori sanno bene che quando scrivo di cinema è perchè il lavoro mi è piaciuto e mi ha colpito particolarmente.

Il Pianeta Verde (La Belle Verte) è un film francese di Coline Serrau, datato 1996, dove il regista è anche l’attore che impersona Mila, la donna che desidera visitare la Terra per scoprire il paese da dove proveniva la madre.

I tecnici del genere troveranno da ridire su alcune piccole incongruenze nella sceneggiatura ed alcune ingenuità nei dialoghi, personalmente l’ho trovato un film straordinario con un potente messaggio sociale trasmesso con la semplicità di linguaggio degno di un vero figlio dei fiori. Oltre a questo credo di poterlo definire un’opera di pura poesia cinematografica che, come ogni cosa fatta col cuore, non può far altro che rapire e trascinare lo spettatore afferrandolo per l’anima.

Non so se  Coline Serrau fosse una simpatizzante degli hippie, certo è che nel suo pianeta ideale quelli che molti immaginano come omini verdi cattivi, sono uomini che vivono a stretto contatto con la natura e soprattutto in pace tra loro. Nonostante la semplicità di usi e costumi, la gente de la belle verte è talmente progredita da aver abbandonato le automobili, il denaro, la televisione per costruire una società dove ognuno elargisce gratuitamente il proprio contributo per ricevere con la stessa gratuità quello degli altri.

Una volta l’anno  i rappresentanti dei diversi villaggi si riuniscono in cima ad un monte per aprire l’assemblea del pianeta. Qui, oltre a discutere di chi si prenderà cura di cosa, decidono anche di mandare alcuni di loro in giro per l’universo per osservare e se necessario aiutare gli indigeni a progredire. Ed è qui che lo sceneggiatore (che è anche il regista) trova il pretesto per metterci davanti alle follie del nostro mondo: mangiare carne, vivere in città inquinate, utilizzare ancora la moneta e soprattutto alienarsi dal prossimo sono abitudini che Mila proprio non riesce a comprendere e che, con l’ingenuità di una bambina o forse la serenità di un Dio, prova a cambiare disconnettendo quelli che gli stanno intorno.

Non aggiungo altro, sappiate solo che quando arriveranno i titoli di coda potreste sentirvi catturati da una strana sensazione di pace che da lì a poco scatenerà un irresistibile desiderio di abbracciare la persona che vi sta accanto.

Anche se il filmato integrale su YouTube non resterà attivo ancora per molto, ve lo segnalo:

http://www.youtube.com/watch?v=Mw-Cq7TzL7s

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

divagazione numero 1 (con la cuffia alle orecchie)

Prossimo articolo

Peter Gabriel – New Blood

Le ultime da Cinema

Mare dentro

Sono davvero pochi i film che mi hanno lasciato forti emozioni, quando ne trovo uno vorrei non finisse mai, mi commuovo continuamente,

Una famiglia perfetta

Anche se di rado, il Mondo di Art diventa occasione per inusuali recensioni di prodotti cinematografici che mi hanno colpito particolarmente,  una

Cloud Atlas

Su questo film se ne sono sentite davvero tante, e non ho timore nel mancare di rispetto a qualcuno se dico che,

La fine è il mio inizio

Ieri ho finalmente avuto il piacere di vedere il film di Jo Baier tratto dall’ultimo libro di Tiziano Terzani: la fine è
TornaSu