Francesco Di Giacomo R.I.P.

21 Febbraio 2014
3 minuti di lettura

L’ho conosciuto personalmente Francesco Di Giacomo, è stato più di 20 anni fa, a Ragusa Ibla, quando il Banco in concerto alla villa era un evento che per noi amanti del rock progressivo suonava come qualcosa di straordinario.

A quei tempi andavo pazzo per il Giardino del Mago, un lungo brano del loro primo disco, così credevo che i temi lirici fossero perlopiù di carattere favolistico, surreali come piacevano a me. Andai lì col mio microfono ed un registratore per fargli un’intervista che avrei trasmesso l’indomani in radio e gli dissi: perchè hai scelto di scrivere storie fantastiche. Non posso dimenticare il modo in cui mi fece sentire un perfetto ignorante; dallo stesso album mi citò R.I.P., che tral’altro conoscevo pure ma del cui testo non mi ero troppo occupato, e ancora Paolo Pa per dirmi che Banco trattava tutt’altro che favole, al contrario. Poi staccai il registratore, mi sedetti accanto a lui sul muretto che dava sui monti iblei, e lì ci intrattenemmo come due amici che chiacchierano del più e del meno. La spontaneità con la quale mi parlava e la luce dei suoi occhi mi liberarono presto dall’imbarazzo, ancora 18enne avevo poca idea di cosa significasse vivere sul serio ed il contatto con quell’uomo sembrava avermi aperto al mondo.

Viviamo nelle città, a volte ci chiudiamo nelle case, non viaggiamo e per questo rimaniamo piccoli… ecco, parlare con Francesco Di Giacomo mi ha fatto capire cosa significava la parola esperienza e la sua umiltà mi ha fatto davvero sentire piccolo: io che mi credevo chissà che perchè lavoravo in una radio locale.

Dopo quel giorno credo di aver divorato buona parte della loro musica. Adorai il primo, quello col salvadanaio, poi Darwin che mi fece pensare tantissimo, Io Sono nato libero la cui title track mi dava sempre la pelle d’oca, per non parlare di Come in un’ultima cena, intimo come nessun altro, con pezzi dolci e potenti come “E’ così buono Giovanni, ma…”, “La notte è piena” e “Fino alla mia porta” che cantavo a squarciagola con lacrime di commozione; ho amato anche Canto di Primavera: “Niente” e “E mi viene da pensare” sono brani che ancora ascolto e che mi emozionano come fosse la prima volta.

Dentro ogni canzone del Banco c’era lui, c’era la sua voce. I musicisti sono straordinari ma Banco del Mutuo Soccorso per me è stato sempre Francesco Di Giacomo, la sua voce, i suoi testi, li ho sempre messi al primo posto perchè la PFM faceva bella musica ma i testi e la voce per carità, niente a che vedere con Francesco, e così tutti gli altri. Ricordo che mi innamorai di Inferno dei Metamorfosi perchè Jimmi Spitaleri mi ricordava Francesco, così come Leonardo Sasso nei Locanda Delle Fate; insomma per lui credo di aver maturato un amore artistico insuperato, qualcosa che non ha niente a che vedere con l’idolatria e la venerazione di un fan verso la sua pop-star, ma che è un puro semplice riconoscimento di affinità fra due anime. Probabilmente se fossimo stati compagni di scuola o anche coetanei di un quartiere di roma, saremmo stati grandi amici, nelle sue canzoni non c’è parola che non mi piaccia, persino ai tempi di Moby Dick e Grande Joe… un pò meno forse le parti musicali troppo influenzate dai suoni plastici di quell’era maledetta.

Ad ogni modo, Francesco Di Giacomo oggi se n’è andato a causa di un incidente stradale. Ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo 4 volte, ognuna di queste ho trattenuto la commozione per mia forma mentis, oggi ho preso “E mi viene da pensare” e mi sono lasciato andare, come avrei voluto fare ad ogni suo concerto; adesso la sua anima potrà parlare attraverso i suoi dischi ed è per questo che posso saldamente ritenermi fortunato per esserci stato, quella volta ad Ibla quando mi trovai a quattrocchi con lui e tutti i giorni successivi mentre scoprivo pian piano la loro musica… sono stato presente quando la mia povera testa poteva dirmi di darmi al POP o peggio a piangere insieme a Nino D’Angelo. Se non ci fosse stato il Banco ed io non fossi stato presente, le mie canzoni non sarebbero state le stesse e così la mia sensibilità, forse sarei stato più freddo e meno impetuoso nel cantare, avrei tenuto il testo in secondo piano perchè nel prog è consuetudine.

Riposa in pace Francesco, oggi è un giorno triste ma lontano è la strada che hai scelto per te dove tutto è degno d’attenzione perchè vive, perchè è vero, vive il vero!!

Grazie!

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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