Forse non è il momento adatto per pensare

11 Novembre 1996
2 minuti di lettura

Forse non è il momento adatto per pensare
… ma dico, quando c’è mai stato…
Non sento più il mio cuore, è troppo… è davvero troppo.

Davanti ho uno stupido boccale di birra
… ma dico, ho forse un aggettivo migliore…
Non sento più la mia testa, questo è eccessivo… forse sono fuori.

Vorrei parlare dell’amicizia
… ma penso, è qualcosa di cui si può parlare?
Ho perso i contatti col mio spirito, molto pericoloso… ho bisogno di fissare qualcuno.

Deliri ipnotici danzano fra schiere di ricordi seppelliti nella mia ragione
non c’è luce, non c’è tenebra… nel vuoto assoluto del mio silenzio.
Stamani ho letto una nuova espressione nei visi di chi mi sta intorno
ho visto indifferenza, ho ascoltato giudizi, ho sentito un distacco…
non credo di poter fare a meno di loro… ho un cancro!!!

Lacera le mie membra donna perversa
prendi ciò che ti spetta e poi scompari.

C’è una forma di fanatismo nascosta
si cela agli occhi come se aspettasse di venire allo scoperto al momento opportuno.

Mi sto allontanando da ciò che avevo conquistato
non vedo immagini né ascolto suoni
nutro pensieri sconci e affatico il mio corpo
stanno schiudendosi alla mia natura le uova feconde del mostro divino
madre natura sta costringendomi a voltarle le spalle… ché non vuole vicino a sé chi un giorno la tradirà.

Non ci sono parole… non ci sono parole
posso ascoltare ma non riesco a comunicare
troppe icone sparse in questo foglio elettronico
troppa luce innaturale, troppi movimenti
bagliori intermittenti e posacenere zeppi di cicche fino all’orlo
periferiche di ingresso e padiglioni in uscita
silenzio… troppo silenzio, forse sto già dormendo
e il vuoto… troppi paragrafi senza senso.
Custodie vuote, sacchetti vuoti
cavità che amplificano il vuoto che scava dentro me
pozze di superficialità, labirinti di incongruenza.

E’ già tardi, non dovrei essere qui
potrei arrestare il sistema e sognare qualcosa di produttivo
ché solo inattivo produco qualcosa ormai.

Mostrate le vostre putride mani finché potete
lasciate che la verga si abbatta sulle vostre carni
così che nel vuoto del mio amore infinito
la sostanza infantile possa portare a termine il suo innesto.

Il mio sogno si è ingenuamente nutrito di un’idea
niente che adesso possa fermarlo nella sua folle corsa
niente che lo possa distogliere dal consumare le mie piccole qualità.
Perché mai prima o poi
si è destinati a perdere ciò che si conquista.

Mi manchi dolce amica
ma è solo un sentimento represso, non devi curartene.
Provo a sentirti vicina, chiudo gli occhi sento il tuo vuoto
mi si stringe il cuore, se torno indietro mi specchio in qualcosa che ho perso
se torno indietro ripenso a chi non poteva frenarsi
a chi giocava con la sua testa correndo dietro alle nuvole,
per cosa ti desideravo allora se non per il vuoto che portavi dentro…
per cosa ti desidero adesso se non perché possa provare ancora l’ebbrezza di quel tempo.

Quadro completato, prossimo livello
la mia anima ha iniziato il suo assurdo conto alla rovescia
limpidi e anonimi diamanti si incastrano fra le piaghe che dolgono
e migliaia di piccole schegge di stagno sigillano ogni spiraglio di vuoto…
gli occhi azzurri scintillano nel buio
timido un bagliore lenticolare scopre il tuo volto
la tua bocca stringe una chiave
le tue mani mi porgono un vaso,
adesso so a chi affidare il mio vuoto
ma non possiedo i mezzi per avvicinarti
non può salvarmi una visione.

Le nostre emozioni sono condannate al tempo
non possiamo sopravvivere ai ricordi come non possiamo viverne,
ciò che ci resta da fare è dimenticare, cancellare ogni traccia dopo ogni momento di vuoto
così esultare non si considererà più salutare, piuttosto un palliativo mortale.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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