Esercizio n.2: La Pesantezza

10 Dicembre 2011
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1 minuto di lettura

L’esercizio della pesantezza è sicuramente il più importante, ritengo infatti che anche l’apprendimento di questo unico esercizio sia in grado di farti ottenere numerosi benefici quali il rilassamento, migliore concentrazione, autocontrollo ecc… Ma ricorda che è di difficile realizzazione quindi dovrai impegnarti e soprattutto non dovrai scoraggiarti poiché questo esercizio è fondamentale. La durata minima è di trenta minuti, ma inizialmente non sarai in grado di realizzare l’esercizio rapidamente l’esercizio quindi ti consiglio di concederti un’ora della tua giornata.

Durante questo esercizio potranno verificarsi dei movimenti involontari del corpo, in questo caso non opporti perché il tuo corpo deve rimanere inerme. Potresti avere prurito, in questo caso dovrai resistere vedrai che passerà! Potresti avvertire anche strane sensazioni, infatti la tua mente non cercherà solo di distrarti tramite il corpo ma anche tramite i tuoi sensi e le tue emozioni, questi sono aspetti del T.A. assolutamente intimi e personali.

  • Prepara l’ambiente e la musica
  • Assumi la corretta posizione
  • Esegui un breve ciclo di respirazioni ma questa volta quando avrai finito non dovrai alzarti ma continuare a rimanere immobile

Quando ti senti pronto inizia l’esercizio della pesantezza.

Porta l’attenzione alla tua MANO DESTRA, visualizzala anche mentalmente ma resisti alla tentazione di muoverla, immagina che la tua mano destra sia pesante e immobile. Ripeti mentalmente LA MIA MANO DESTRA E’ IMMOBILE, PESANTE, RILASSATA, continua fin quando non sentirai fisicamente queste sensazioni. Continua questo esercizio per tutte le parti del corpo che indicherò e secondo questo ordine:

    1. BRACCIO DESTRO
    2. SPALLA DESTRA
    3. COLLO
    4. VISO, OCCHI, LABBRA, MASCELLA SONO invece IMMOBILI E RILASSATI
    5. la testa non deve mai essere pesante quindi saltala, te ne occuperai dopo
    6. SPALLA SINISTRA
    7. BRACCIO SINISTRO
    8. MANO SINISTRA
    9. PIEDE SINISTRO
    10. GAMBA SINISTRA
    11. PIEDE DESTRO
    12. GAMBA DESTRA
    13. BACINO
    14. TUTTA LA COLONNA VERTEBRALE

Quando avrai completato tutte le parti del corpo rimani rilassato, cerca di percepire i punti di contatto del tuo corpo a terra, cioè le parti che poggiano al suolo prima delle altre: talloni, gomiti.. cerca di individuarli nel tuo corpo. Immaginati sempre più pesante quasi sprofondato al suolo. Ripeti mentalmente

TUTTO IL MIO CORPO E’ IMMOBILE, RILASSATO, PESANTE

LA MIA MENTE E’ LEGGERA E PRIVA DI OGNI TENSIONE

Adesso sei profondamente rilassato e puoi passare alla fase conclusiva dell’esercizio: rimanere in questo stato a “sentirti”. Devo però avvisarti che non sarà semplice, perché nonostante tu abbia dominato il corpo con l’immobilità si pone il problema del pensiero vagante: dovrai imparare ad allontanare i pensieri, questa è una fase del tutto personale quindi non posso suggerirti niente dovrai trovare il “tuo giusto mezzo” …  ricorda che l’immaginazione può aiutarti.

Quando sentirai di avere concluso alzati o dondolati

Quando sarai sicuro di saper realizzare questo esercizio prima della fase del “sentirti” aggiungi l’esercizio del calore.

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2 Comments

  1. Ciao R.d.C.
    Scrivendo che questo esercizio è di difficile realizzazione hai centrato il problema.
    Sono già al terzo tentativo e mi accorgo che, dopo aver sperimentato la sensazione della pesantezza, è sufficiente una suggestione musicale (nel mio caso delle campane tubolari) per farmi arrivare addosso sensazioni spiacevoli che mi fanno venire la voglia di alzarmi… difficile da spiegare, è una sorta di paura ancestrale mista a quella di essere in una condizione di estrema fragilità a causa dell’esercizio… provo a spiegarmi meglio, la sensazione di trovarsi totalmente rilassati è meravigliosa fin quando non sopraggiunge il desiderio di svegliarsi che però in quello stato appare come qualcosa di fortemente negativo. E così aspetto che la musica finisca provando ad allontanare le emozioni negative in tutti i modi, così facendo però finisco per allontanarmi dal “sentirsi”: apro gli occhi, cerco di sentire la mia voce ripetendo delle frasi, anzichè essere rilassato mi rendo conto di avere tutti i muscoli contratti.
    Nell’articolo parli del problema del pensiero vagante e delle emozioni che tendono a scoraggiare l’abbandono totale, l’immaginazione aiuta però la sensazione è quella che nel tentativo di contrastare la negatività mi allontani dall’esercizio… o forse è giusto che inizialmente si sperimenti tutto questo?
    Ti ringrazio per la lettura e un abbraccio

    • Ciao ART, sei alle prese con l’esercizio più difficile è normale avere delle difficoltà, le questioni che mi hai posto non mi sorprendono. Cercherò di aiutarti.
      1) non devi aprire gli occhi durante l’esercizio, se lo fai ti conviene interrompre la seduta. Se non riesci a tenerli chiusi usa un panno nero e tienilo sugli occhi durante la seduta, ti aiuterà.
      2) la musica che hai scelto è molto complessa. Ti ho suggerito di non cambiarla bensì di adattarti ad essa, ma forse è ancora troppo presto. Puoi scegliere di continuare pazientemente ad esercitarti su questa musica considerandola per adesso solo un “COPRI-RUMORI”, oppure realizzare l’esercizio con delle musiche diverse fino a quando troverai quella più adatta te, anche questo è un esercizio interessante! Comunque ti consiglio la raccolta di musiche di Vangelis “THEMES”
      3) Il pensiero vagante è un bel problema! Per riconcentrarti ripeti le frasi rivisualizzando ogni parte del corpo oppure il corpo nel suo insieme ripetendo IL MIO CORPO E’ TUTTO PESANTE, RILASSATO, IMMOBILE. Puoi aiutarti con l’immaginazione es: immaginati sotto una campana di vetro in cui i pensieri non possono entrare ma vagano all’esterno, oppure immagina i pensieri vaganti come luci che ti abbagliano un attimo e poi velocissimamente scappano via. Lavoraci un po’.
      4)Riguardo le sensazioni che provi durante l’esercizio sappi che non ci sono quelle giuste o sbagliate. Non puoi limitare la tua esperienza alle sole sensazioni positive. Ci saranno paure, angosce, inquetudini, non potrai fare a meno di questa negatività. L’abbandono in cui si trova il tuo corpo ti darà appunto una sensazione di fragilità, ti sentirai indifeso, dovrai abbandonarti per ritrovarti. Dunque dovrai accogliere questa negatività (è tua), riconoscerla, lasciarla passare su di te come un’ombra e poi allontanarla lentamente.
      Se nella parte finale dell’esercizio ti senti irrigidito è perchè il tuo corpo non è ancora abituato all’immobilità o a farsi comandare, oppure questa rigidità puo derivare proprio dal tuo atteggiamento nei confronti di queste sensazioni che per adesso sono più forti di te, non sei ancora armato contro di esse… dovrai piegarti per non spezzarti. Dovrai avere molta pazienza non con il T.A. ma con te stesso: concediti tempo e comincia a perdonarti qualche cosa.
      Infine ricorda che hai intrapreso un percorso difficile e solitario, le sedute di gruppo sono di certo meno inquetanti (sapersi in compagnia può ricorare) ma secondo le mia esperienza le sedute individuali permettono di raggiungere maggiori profondità.
      Continua tranquillamente le tue sedute senza avere fretta.

      Un abbraccio
      R.d.C.

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