Dove volano i gabbiani il sole acceca
e l’oceano è blu, quasi sfida il cielo.
Tre campanili sfrecciano in alto
seguono la traiettoria del mio sguardo.
Sotto una cascata
il mio corpo, nudo
tendo le mani in alto
lancio un grido al mondo
ma odo solo l’assurda eco delle mie parole.
Non c’è una verità, non c’è mai stata
ogni nostra certezza è solo un’opinione
il mediatore di ogni attività di pensiero è il dubbio
tiranno incontrastato.
Vivo fra gli spettri di un’era
rimbalzo fra siepi di gomma
rigurgito fiori alla cannella
rotolo su prati di vermi.
Il sole sta spuntando dalle mie colline
l’alba della mia terra illumina il buio
gli uccelli riempiono l’aria dei loro canti
ogni creatura si desta dal suo sonno
il mio cuore si riscalda gonfio di malinconia
le pupille si restringono e riflettono il cerchio rosso
l’ultima stella sta dandomi l’addio
è tempo di gridare la propria gioia
è tempo di cantare per la vita.
Ma presto anche l’uomo si desta
svegliato dal frastuono della sua sveglia da comodino
e la magia ha termine
non si odono più canti di uccelli
e ogni suono è coperto dal grido di qualcuno che viene giù da una scogliera.