Mi fermo
sosta di un viaggio acido
sopra un fiume di fumo
arguni scendono in picchiata splendenti
armati di macchie sonore stridenti
addolorate dai mille suicidi
una fossa comune di bambini già morti
ancor prima
di nascere.
Corpi ombrosi
negati dal desiderio
sto seduto,
e guardo da estraneo
la vita consumarsi.
Sono tante le anime
che nuotano sotto le mie sbarre,
ma vengono inghiottite dal fiume di fumo
scorre verso est
tra strettissime pareti di metallo rovente
verso il tramonto,
alba di un sole nero
e le grida disperate
mi trapassano gli occhi
respiro il fiume
bevo il mio sangue infiammato
da un sottilissimo bicchiere
di cristallo rifiutato
il cielo si oscura
guardo quel fiume leggero
insensibile fumo morbido,
un albero vecchio, magro, rinsecchito
mi pianta le sue radici in testa
Moribondo,
esiliato,
in silenzio,
chiudo gli occhi
mi accascio sull’orlo impazzito
e mi getto anch’io.
Stefano Meli