Prestagli fede
ed ecco come ti ridurrai
a sudare il salario ogni santo giorno
pregando che le matite giungano sempre ben temperate
con l’inverno nelle scarpe
e l’autunno nel cuore
Sporto alla luna
ho udito parole di sfida
chè a casa giunse il mostro del corridoio
a proferire un sermone senza parte nè cuore;
ma forse è solo
la mia immaginazione
o forse un errore
nel tracciatore
Barbalbero fu il più saggio
fintanto che la creatura arancio e bianca
non gli ricordò le dimensioni della pancia
E salto giulivo tra gli eterni
con intorno calendari di Pietà
nella grande piazza del padre
a sorridere con voi
che non mi fate pensare a lei
mentre cova con la serpe il suo nido di rovi
tra le colpe di un’ambiguità mai riconosciuta;
prima che il disegno sia del tutto bruciato
attendi qualche secondo o sarà una strage
Via, fuggono
le nostre cose belle
e nel basso del mio umore
coltivo un ricordo che non muore
ch’esso vive tra le cose
passate
umettando di viscide muffe
il fiore avvizzito del nostro amore