“I vissuti emotivi sono sempre quelli più problematici. Contorti e difficili da comprendere. Anche perché l’uomo comprende con la parte razionale non con quella affettiva. Pensi solo, alla difficoltà di definire col linguaggio le emozioni che proviamo. Ci tirano da una parte all’altra, e noi spesso non ne sappiamo neppure il nome. C’è chi le chiama rabbia, chi frustrazione, chi depressione, chi vuoto, chi noia, chi infelicità, eppure a volte sono la stessa cosa. Le emozioni sono segnali che ci indicano qualcosa. Ci devono preparare a cambiare. Motivare ad andare oltre ciò che non va. Prendiamoli, pertanto, come segnali che indicano se la nostra vita in questo momento va bene o va male. Col fine di poterla mutare, se non va. Ma non prendiamoli come motivi per scegliere se vivere o morire. Ora, vita e morte sono i poli inalienabili della nostra esistenza. Ma a noi è dato di scegliere solo la vita. La morte è già stata scelta da qualcun altro per noi. La morte non può mai essere una decisione. Non è libertà, perché è già stata scelta. Ci aspetta a tutti in fondo al viale. Noi possiamo solo decidere di vivere al meglio. E questa è la nostra vera e unica libertà.” – Dr. P. (cit. da Luna Mancina)
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