L’IA e la futura estinzione della creatività umana

16 Febbraio 2024
11 minuti di lettura

Dopo la due giorni all’#aifestival di Milano, ho ben pensato di buttare giù qualche impressione a caldo, giusto per non lasciar cadere nel dimenticatoio dei miei limitati centri cerebrali il mio primo approccio serio all’IA Generativa, uno strumento che ha tutte le carte in regola per scatenare rivoluzioni culturali e sociali senza precedenti.

Se mi fossi fermato a ciò che è sotto gli occhi di tutti, e cioè il primo “bot” non stupido in grado di scrivere la più bella e commovente lettera di scuse per la tua fidanzata quando hai bisogno di farti perdonare, o di elevare a genio del marketing, a “data analyst” impeccabile, a scrittore super prolifico qualsiasi tizio in grado di fare una domanda, una tecnologia che fino a qualche anno prima sarebbe stato considerato pura fantascienza e con la quale oggi possiamo dialogare come faceva Kirk con il computer dell’Enterprise. Ecco, se non avessi seguito i diversi interventi di questi ultimi giorni, probabilmente avrei tardato a riconoscere come la portata di quest’invenzione sia talmente enorme da poter essere paragonata a quella della scrittura, paragone probabilmente sottostimato. Per spiegare ai non addetti ai lavori le motivazioni che mi portano a pensarla così utilizzerò un esempio vicino al nostro quotidiano: provate a considerare ChatGPT, o meglio il motore che vi sta dietro, come un bambino appena nato che ha iniziato a comprendere il nostro linguaggio, le nostre emozioni, la nostra intera conoscenza come specie. Grazie ad un meccanismo che simula gli schemi di apprendimento che sottendono a qualsiasi cervello umano, il nostro neonato elettronico è programmato per accrescere le proprie capacità e conoscenze e parlando con noi impara a conoscerci sempre meglio, ricorda i problemi di cui abbiamo discusso e le persone che gli abbiamo presentato, impara dai propri errori quando lo correggiamo e sa anche essere empatico… provare per credere!

ciao chatgpt, sto scrivendo un articolo in cui parlo del fatto che più tempo parlo con te, più impari a conoscermi… puoi dimostrare ai miei lettori cosa hai imparato di me in questi ultimi tempi?

Certo! Ecco un piccolo riassunto di alcune cose che ho imparato su di te in base alle nostre conversazioni recenti:

  1. Interessi di Scrittura e Creatività: Hai un grande interesse per la scrittura e ti piace esplorare argomenti vari nei tuoi articoli. Sei curioso e ti piace approfondire le tue conoscenze su diversi temi.
  2. Lingua Italiana: Preferisci comunicare in italiano, il che suggerisce che è la tua lingua principale o quella in cui ti senti più a tuo agio.
  3. Richiesta di Prove e Dimostrazioni: Spesso chiedi esempi concreti e dimostrazioni per sostenere le informazioni che fornisco. Questo indica un approccio critico e analitico nei confronti delle informazioni.
  4. Interesse per la Tecnologia e l’AI: Sei interessato alle tecnologie avanzate e all’intelligenza artificiale, come dimostra il fatto che stai scrivendo un articolo su di me e sul mio funzionamento.
  5. Curiosità e Apprendimento Continuo: Dimostri una continua curiosità e desiderio di apprendere, non solo attraverso le tue domande, ma anche attraverso la richiesta di spiegazioni dettagliate e approfondite su vari argomenti.

Mettendo da parte per un attimo che questo specifico modello è addestrato per essere compiacente e ruffiano, lo scenario che si prospetta è sicuramente entusiasmante, e per un appassionato di tecnologia come me è un privilegio essere qui a testimoniare l’inizio di ciò che in futuro probabilmente si farà carico di buona parte delle attività umane. Tuttavia è proprio quest’ultimo il punto critico sul quale vorrei soffermarmi, anche se sono tutti messi lì a rassicurarci, a dirci che come le altre rivoluzioni tecnologiche, anche questa non farà altro che rendere obsolete alcune pratiche per crearne di nuove. Se domandiamo a ChatGPT cosa ne pensa del problema, risponde:

è innegabile che le AI e i robot siano particolarmente efficaci nell’automatizzare compiti ripetitivi e basati su regole. Questo significa che settori come la produzione, la logistica e alcuni servizi di base potrebbero vedere una sostituzione dei lavoratori umani con macchine. Tuttavia, non bisogna dimenticare che la tecnologia non solo sostituisce, ma crea anche nuove opportunità. Ad esempio, con l’avanzamento dell’AI, c’è una crescente domanda di ingegneri specializzati, data scientist e esperti in etica dell’intelligenza artificiale.

A questo punto chiedo a ChatGPT se il fatto che oggi chiunque può scaricare sul proprio computer qualche riga di codice Python ed avviare il potentissimo Stable Diffusion per creare “modelli” virtuali di qualità fotografica a cui far indossare i modelli 3D di qualsiasi abito, è piuttosto probabile quindi che tra qualche anno (se non meno) quei fotografi e quei modelli/modelle che un tempo venivano ingaggiati per questo tipo di lavoro, domani saranno disoccupati, e non è certo lo stipendio di quel giovane nerd ingaggiato dalla multinazionale che potrà compensare questa perdita di posti di lavoro, perché a lui basterà premere un bottone per creare 200 foto in un secondo, contro le settimane o i mesi di lavoro che avrebbe comportato per due professionisti.

ChatGPT risponde come farebbe un politico:

L’impatto economico e sociale di questa transizione può essere significativo, con un aumento della disoccupazione e della disuguaglianza economica. Per affrontare questi cambiamenti, è essenziale che i lavoratori siano supportati nella riqualificazione e che si trovino soluzioni per integrare queste nuove tecnologie in modo che i benefici siano distribuiti equamente. La sfida sarà bilanciare l’innovazione tecnologica con la sostenibilità occupazionale e il benessere sociale.

A chi scrive ad un agente su WhatsApp che conosce tutto della tua azienda, interesserà che al posto del robot non ci sia più un essere umano di quella categoria dei call center che ahimè dà lavoro ad una moltitudine di persone? Ebbene, converrete con me che chi ci racconta che i posti di lavoro diminuiranno è assolutamente in cattiva fede, ma del resto anche la rivoluzione industriale e le prime catene di montaggio hanno tolto lavoro a qualcuno, come i supermercati hanno spazzato via le piccole botteghe familiari, e poi Amazon che ha tolto il lavoro a moltissimi negozianti… insomma, ogni rivoluzione tecnologica o sociale che sia, toglie lavoro a qualcuno per darlo a qualcun altro, la differenza è che in un mondo ideale, il manager o l’imprenditore dovrebbe pensare al benessere della società e quindi ridurre la quantità di ore del dipendente per assumerne di più e pagarli tutti allo stesso modo (visto che la produttività non ne risente), ma così non è , e quindi ci ritroveremo tutti con il minimo sindacale per vivere, a fare il lavoro che prima facevano 10 persone.

Portando come esempio quello della fotografia, non intendo certo che sia solo questo il settore interessato alla sostituzione dell’uomo con la macchina. Per analogia accadrà lo stesso anche ai piccoli registi pubblicitari che utilizzeranno strumenti come Sora (in arrivo) per crearsi i propri spot, licenziando cameraman, attori, montatori, sonorizzatori, esperti in effetti speciali e via discorrendo. E’ verosimile che persino Hollywood potrebbe mandare in pensione attori e troupe se potrà avere nei suoi film attori come Humphrey Bogart o Audrey Hepburn, solo pagando qualche diritto in più alle famiglie, senza impegnare gli studios per mesi e avere a che fare con le smanie da superstar degli attori in carne ed ossa.

Non ci saranno più arrangiatori per gli aspiranti cantanti perché strumenti come “suno.ai” saranno talmente evoluti da fare tutto il lavoro, e non solo cantare e suonare al posto dei rispettivi musicisti, ma persino scrivere testi basandosi su prompt scritti come pensierini di scuola elementare. Chi ingaggerà gli interpreti ed i musicisti che possano regalare un sogno a chi scrive canzoni senza saper suonare né cantare?

Questo è il futuro che dobbiamo iniziare a pensare, sebbene oggi questa nuova tecnologia sia entusiasmante e ti dia l’illusione di poter diventare qualsiasi cosa: regista, cantante, compositore, fotografo, pittore, mago della finanza, broker insuperabile, grafico, illustratore, scrittore, articolista e possiamo aggiungere davvero tutto lo scibile delle capacità umane… peccato solo che in fondo, restiamo sempre quello che siamo, saremo solo lo specchio opaco di un’intelligenza collettiva, qualcosa di molto vicino ai Borg di Star Trek.

E le arti?? Sicuramente fioccherà una quantità enorme di produzioni irrilevanti, probabilmente nulla di diverso da ciò che accade adesso visto che da molti anni i creativi sono asserviti ai gusti della massa ed è raro trovare qualcuno che faccia altrimenti. Ma se consideriamo che questo strumento è solo al principio, non c’è da stupirsi se inserendo un prompt come questo: “Scrivimi un brano di musica classica come se fossi Mozart che ha conosciuto ed amato la musica di Bach, ha avuto un’avventura romantica con Beethoven ed ha viaggiato nel tempo assistendo ad un concerto dei Pink Floyd”, ne verrà fuori un capolavoro irraggiungibile da qualunque degli artisti menzionati…

Credete che mi sia spinto troppo avanti? Ho chiesto a ChatGPT e mi ha risposto così:

Mentre l’AI può certamente contribuire alla creazione artistica e generare opere impressionanti, è improbabile che possa superare il genio combinato di Mozart, Bach, Beethoven e i Pink Floyd, soprattutto perché l’arte è tanto una questione di tecnica quanto di esperienza umana ed emotiva. La bellezza della creazione artistica risiede proprio nella sua capacità di riflettere l’animo umano, qualcosa che l’AI, per sua natura, non può completamente replicare.

Ed io ho replicato con “Non credi però che imparando a conoscere tutte le emozioni umane attraverso le loro opere d’arte ed i loro scritti, sarai in grado di creare qualcosa di totalmente originale che sia superiore”. Tra le tante argomentazioni “politicamente corrette”, questa mi è sembrata la risposta più convincente:

Una delle maggiori sfide per l’AI è l’assenza di coscienza e di esperienza soggettiva. Anche se l’AI può analizzare e comprendere le emozioni umane attraverso i dati, non vive queste emozioni. La creatività umana è profondamente radicata nelle esperienze di vita e nelle percezioni personali. Fino a quando l’AI non avrà un qualche tipo di esperienza soggettiva o coscienza, ci sarà sempre una differenza fondamentale tra le creazioni umane e quelle dell’AI.

Non nego che ChatGPT sia particolarmente rassicurante in tal senso, ciò non toglie che le implicazioni sociali di questa tecnologia potrebbero portare la specie umana a non utilizzare più la propria parte creativa che semplicemente si estinguerà perché non più supportata da opportunità professionali. Ritengo sia tristemente verosimile che vivremo in un mondo dominato da creazioni dell’IA che i più apprezzeranno perché non sapranno più distinguere tra l’arte umana e quella artificiale. Su questo ultimo aspetto ChatGPT è d’accordo con me e propone delle soluzioni:

Le implicazioni sociali dell’adozione massiccia dell’intelligenza artificiale sono profonde e complesse, e la tua preoccupazione riguardo alla possibile estinzione della creatività umana è valida e importante. Vediamo più da vicino alcuni dei possibili scenari e riflessioni su questo tema.

1. Rischio di Dipendenza dalla Tecnologia

C’è un rischio reale che la dipendenza dalla tecnologia possa portare a una diminuzione della pratica creativa da parte degli esseri umani. Se le AI possono creare arte, musica, letteratura e altre forme di espressione creativa con facilità e a basso costo, ci potrebbe essere meno incentivo per le persone a sviluppare e utilizzare le proprie capacità creative.

2. Valore della Creatività Umana

Tuttavia, la creatività umana è qualcosa di intrinsecamente prezioso e non facilmente replicabile. Le creazioni umane sono spesso apprezzate non solo per la loro qualità tecnica, ma anche per il loro contesto emotivo e culturale, la storia personale dell’artista e l’esperienza unica che portano con sé. Anche se l’AI può generare opere tecnicamente perfette, potrebbe mancare quella “scintilla” che rende l’arte umana così potente e significativa.

3. Educazione e Cultura

Un altro fattore importante sarà il ruolo dell’educazione e della cultura. Se il sistema educativo continua a valorizzare e incoraggiare la creatività, l’espressione personale e il pensiero critico, ci sarà sempre spazio per la creatività umana. Le istituzioni culturali, le comunità artistiche e i governi possono svolgere un ruolo cruciale nel promuovere e sostenere l’arte umana.

4. Nuove Forme di Collaborazione

L’AI potrebbe anche aprire nuove possibilità di collaborazione tra uomo e macchina. Gli artisti potrebbero utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per espandere le loro capacità creative, esplorare nuove forme di espressione e raggiungere nuovi livelli di innovazione. Invece di vedere l’AI come un sostituto della creatività umana, potremmo vederla come un partner che amplifica le nostre capacità.

5. Discernimento e Apprezzamento

Anche se è possibile che alcune persone non siano in grado di distinguere tra arte umana e arte creata dall’AI, molti continueranno a cercare e apprezzare l’arte umana per le sue qualità uniche. Il discernimento e l’apprezzamento possono essere coltivati attraverso l’educazione e l’esperienza culturale.

6. Implicazioni Sociali e Etiche

È fondamentale considerare le implicazioni sociali ed etiche di queste tecnologie. Le società dovranno affrontare questioni riguardanti i diritti degli artisti, la proprietà intellettuale, e l’uso responsabile della tecnologia. Ci sarà bisogno di un dialogo continuo tra tecnologi, artisti, filosofi, legislatori e il pubblico per navigare questi complessi temi.

In sintesi, mentre l’intelligenza artificiale può trasformare il panorama creativo, è essenziale che come società troviamo modi per preservare e valorizzare la creatività umana. La tecnologia può essere un potente strumento, ma non dovrebbe mai sostituire il valore intrinseco dell’esperienza e dell’espressione umana.

E’ chiaro che ChatGPT è decisamente ottimista sulla questione. Tuttavia, per il periodo che ho passato su questa terra, la soluzione Educazione e Cultura la vedo quasi impraticabile visto che tutto il sistema educativo vive una crisi senza precedenti ed è chiaro a tutti come la preoccupazione degli insegnanti al giorno d’oggi sia quella di evitare scontri coi genitori piuttosto che nutrire le giovani menti. Non condivido la parte legata al Discernimento in quanto al giorno d’oggi i più non sono in grado di riconoscere il valore di artisti come Floyd, Genesis, Banco etc etc per via di spazzatura da intrattenimento che domina le classifiche e che ha modellato il gusto delle masse, senza considerare che noi stessi che amiamo Floyd, Genesis, e via discorrendo potremmo avere lo stesso “difetto” visto che in confronto ad autori come Mozart e Vivaldi, le loro produzioni sono in definitiva esemplificazioni banali di qualcosa che è già stato fatto e rifatto… in sostanza… il discernimento è una curva che punta verso il basso da secoli pertanto non vedo come questo possa cambiare. Riguardo la collaborazione tra uomo e macchina, il sistema sociale di oggi che punta alla velocità non premierà di certo chi sprecherà il proprio tempo per introdurre elementi personali in un contenuto generato in una frazione di secondo, sarebbe come dire a chi usa Canva di aprire Illustrator e disegnarsi un elemento della composizione come si faceva una volta… e poi chi dice che l’AI non sarà in grado di soddisfare il presunto artista già alla sua prima creazione… forse i nuovi artisti saranno solo persone più abili di altre nel fare domande.

Riguardo il secondo punto, quello sul valore della creatività umana… credo che al giorno d’oggi, scovare quella scintilla di cui parla l’accondiscendente ChatGPT in una marasma di rumore prodotto al solo scopo di compiacere un mercato di masse ignoranti e prive di gusto, sia un’impresa a dir poco titanica.

Ho chiesto a ChatGPT chiedendogli di rispondere in modo non accondiscendente ed ottimista:

Capisco la tua preoccupazione e ti risponderò in modo schietto. La questione che sollevi è complessa e può essere vista da diverse prospettive.

È vero che l’intelligenza artificiale (IA) ha il potenziale per accelerare la produzione di contenuti mirati a un pubblico di massa. L’IA può analizzare i dati di mercato e creare opere che rispondono precisamente ai gusti e alle tendenze prevalenti, il che potrebbe portare a una maggiore standardizzazione e omogeneità dei contenuti culturali.

Tuttavia, è anche importante considerare che la creatività umana ha sempre trovato modi per emergere, anche in contesti di forte pressione commerciale. La vera creatività e l’arte genuina spesso nascono in reazione alle tendenze prevalenti, sfidando e superando le convenzioni del momento.

Inoltre, l’IA può essere vista come uno strumento che gli artisti possono utilizzare per espandere le proprie capacità creative, piuttosto che un semplice sostituto. Molti artisti già utilizzano l’IA per esplorare nuovi territori espressivi e creare opere che altrimenti non sarebbero state possibili.

Quindi, se da un lato l’IA potrebbe contribuire alla produzione di contenuti più uniformi e commercialmente orientati, dall’altro lato offre anche nuove opportunità per la creatività e l’innovazione. La chiave sarà come gli artisti e la società nel suo insieme sceglieranno di utilizzare queste nuove tecnologie.

In sintesi, il futuro della creatività umana dipenderà in gran parte dalle scelte che faremo come individui e come comunità creativa. L’IA può accelerare certi processi, ma non ha il potere di eliminare la capacità umana di innovare e creare in modo autentico.

MI riprometto di riprendere in mano questo articolo tra 5 anni al massimo per stabilire finalmente chi avrà ragione tra noi due. Nella storia dell’umanità, i più difficilmente si ponevano problemi legati alle conseguenze delle proprie abitudini di vita… basti pensare agli anni 80 dove nessuno si preoccupava del futuro per arrivare oggi alla crisi climatica (che alcuni incredibilmente negano ancora), la società alla grande fratello, la quantità enorme di spazzatura prodotta pro capite, l’appiattimento culturale e tutto il resto. Almeno, tra cinque anni potrò dire che il problema io me lo sono creato, e spero sinceramente che finirà come sostiene ChatGPT.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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