25 Novembre 1990 (Domenica) ore 23:00

25 Novembre 1990
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Ho paura che mi abbiano rifilato un acido pacco, sono stato sveglio, ho visto le luci che si scomponevano, mi sono disinibito tantissimo ma non ho avuto neanche un’allucinazione e non sono neanche uscito dalla realtà. Ho passato una domenica bellissima, sono solo qui a Valle della Misericordia e ti sto scrivendo alla luce della luna. C’è un freddo boia, fortuna che ho portato il mio sacco a pelo invernale. Scusa se non ho ripreso a scriverti venerdì ma abbiamo parlato fino all’una con Salvo e l’indomani dovevo alzarmi presto per la solita salata. Sabato sono stato alla festa di Salvatrice, ho parlato con Paolo che mi ha detto che Tiziana si era lasciata con Emanuele, ed io sul momento felice, ho parlato con Gianni che mi ha detto che si era messo con un certo Nicola, ed io giuuuuuù. Paolo dice che Tiziana è una stronza, Salvo dice che è una merda, Gianni dice che è una troia ed io, io cosa dico… dico che l’amo e non me ne frega un cazzo di quello che si dice di lei. Salvo si è comportato stranamente in pizzeria, Veronica stava seduta di  fronte a noi, quando lui ha detto ad alta voce che lei l’aveva lasciato, pensavo che stesse scherzando ma Veronica non aveva la faccia di chi scherza. Ho buttato lì una frase: – Siete una bella coppia, sapete che ho scritto una canzone per voi -, e Veronica sbuffava invitandomi a piantarla con Salvo che rideva a crepapelle. Finita la pizza ho voluto prendere una boccata d’aria e contemporaneamente Veronica, che non aveva ancora finito, si alza dalla sedia per seguirmi fuori. Appena arrivati fuori mi si è avvicinata e mi ha abbracciato piangendo, fra le lacrime mi diceva: – Aiutami, io non voglio fargli del male, stagli vicino, spiegagli che gli voglio bene come ad un fratello, convincilo ad essermi amico -.

– Allora vi siete lasciati sul serio? – ho chiesto io, e lei – Non ancora, ma devo farlo, mi sono messa con lui impulsivamente, credevo di amarlo ma ho scoperto che non può essere il mio ragazzo, gli voglio bene e ho paura che può fare qualche sciocchezza. Gli ho chiesto di restare ottimi amici ma lui non ne vuole sapere, dice che non devo salutarlo più, che non lo devo guardare neanche in faccia se lo lascio -. Io le ho detto che non avrebbe mantenuto quelle minacce, che era solo scosso ma che gli avrei parlato. Dio, quanto era dolce in quel momento, era sincera e pulita e non potevo fare a meno di vederla come la vera vittima. Mi ha ringraziato incitandomi ancora a parlargli e poi è andata via da sola. Io sono rientrato al padrino dicendo che Veronica non stava bene e che era dovuta andare a casa, Salvo rideva, io mi sono avvicinato a lui e all’orecchio gli ho detto che dovevo parlargli. Lui ad alta voce ha gridato: – Povera animella, sei ancora in pena per la tua Ti?! -. Che stronzo, l’ho mandato a fare in culo e me ne sono andato anche io dopo aver salutato Salvatrice scusandomi per la mia dipartita inaspettata. Durante il tragitto verso casa ho pensato a Veronica e mi son detto: devo mantenere la parola.

Salvo non avrebbe mai immaginato che di fronte casa avrebbe trovato me pronto a dargli una strizzatina di cervello, abbiamo parlato a lungo, voleva convincermi che non gli importava più di quello che sarebbe successo, se l’avesse lasciato, che l’avrebbe mandata a fare in culo, era convinto che sarebbe andato a letto tranquillo quella sera e le altre a seguire, lui non doveva farsi mettere i piedi in testa da nessuno e tanto meno da Veronica, non voleva passare un anno come quello precedente. Io gli ho portato il mio esempio quando cercavo di convincermi che sarebbe stato facile dimenticarla se non l’avessi considerata, che l’idea della vendetta sarebbe stata utile solo all’inizio, che in seguito si sarebbe caduti nell’angoscia più nera… ha urlato – cucco malefico, non puoi capire un cazzo -, ed io, guardando verso l’alto e sperando che nessuno si fosse svegliato le ho detto tutto quello che mi aveva detto Veronica, gli ho detto che se le voleva davvero bene doveva esserle amico, che era un bastardo se non sarebbe riuscito a farsi coraggio ed accettare la situazione senza fare del male a quella dolcissima ragazza. Perché non si può essere felici completamente, perché non si può essere neppure sicuri di ciò che si conquista, perché un ragazzo che ama così tanto qualcuno, che si umilia per averla, quando raggiunge la felicità deve perderla perché lei vuole solo la sua amicizia. La vita è un mistero, spero che crescendo trovi delle risposte soddisfacenti.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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