L’ombra della malinconia si è abbassata su di me, o meglio mi si è scaraventata addosso. Giaccio inerme, afflitto e stordito dal dolore, sul bianco tavolo di questa scrivania, a pensare al miglior modo indolore di farla finita. La luna questa sera era splendida, il mare straordinariamente suggestivo rifletteva la luce dell’astro. Uno splendido momento che ha caricato il mio cuore di dolcezza e di voglia di esprimere a Ivana tutto quello che il mio cuore sentiva per il sentimento più dolce che l’uomo possa mai sperimentare, unica soluzione alla solitudine. Avrei voluto dirle tante cose per telefono e l’avrei sicuramente fatto se lei non si fosse dimostrata fredda e distante come ero stato io l’ultima volta che c’eravamo visti, lontano anni luce nello spazio il suo affetto per me, piuttosto vicino invece quello per Sergio che le stava vicino e sghignazzava alla cornetta fingendo di essere lei. Non c’è niente che mi abbia mai fatto sentire tanto solo quando ho riagganciato la cornetta fingendo di aver finito le monete, gli occhi si sono immediatamente riempiti di lacrime, mi è parso che niente potesse consolarmi, osservavo il lungomare vuoto, il mare calmo e la luna piena sembravano voler gridare a tutti gli uomini che quella sera si doveva gioire. Fortunatamente dopo un po’ sono riuscito a raccogliere l’invito , il mio dolore ha acquistato una forma diversa trasformandosi in malinconia, il solo guardare la luna fa volare il mio cuore alto fino alla galassia più vicina alla nostra sprigionando una miriade di sensazioni che, benché legate ad un’esperienza dolorosa, mi trasportano in un universo di percezioni magiche. Ho preso la chitarra e ho cantato al mare e alla luna la mia più bella canzone, ho pianto di malinconia e credo che sia qualcosa di molto più bello del piangere di gioia. Adesso sento che il momento magico è quasi svanito, ho paura del domani, di giorno si osserva tutto con una luce razionale ed io tornerò a combattere con la mia solitudine piangendo la sventura che mi ha condannato ad essere una nullità… e chi riesce a stare con tale nullità senza sentirsi anch’esso una nullità.
Le ultime da Diario
Sono passati 43 anni dalla mia venuta al mondo e sono ancora qui, su questa terra,
Sono passati 3 anni esatti da quando, entusiasta per il nuovo Chromebook (che comunque ho venduto qualche
Continua la serie Cronache Campagnole, difatti da circa un quarto d’ora, tempo necessario per divorare una
Beh, è passato parecchio tempo e in quest’arco del medesimo sono successe un putiferio di cose.
Ieri è successa una cosa terribile, Francesca ha dato una lettera a mia sorella in cui