Ti volevo parlare di una mia esperienza con il mio più caro amico di questi anni, Fabio ***. Mi invita spesso a casa sua ed è il figlio del mio professore di matematica. Oggi il mio equilibrio psicologico è stato messo a dura prova a causa di 3 un inseguimento, solo che stavolta non ero io l’inseguitore ma un selvaggio dobermann il cui nome in seguito ci fu comunicato da un nostro amico che aveva avuto la malaugurata sorte di capitargli fra la mascella: Chicco. Ci trovavamo nella campagna dietro la palazzina di Fabio nel lotto territoriale Harlock quando, immersi nello spettacolo della natura, sentiamo un flebile abbaiare all’orizzonte. Poco dopo riuscii a distinguere la sagoma nera del bastardo dei bastardi, mi girai per avvertire Fabio ma era già… in cima ad un albero. “Giammai fuggire di fronte ad un pericolo ma affrontarlo”: era sempre stato il mio motto, ma quel cane era veramente grosso e dall’aria cattiva. Optai dunque per la soluzione migliore, anche i valorosi si ritirano in battaglia quando la sconfitta è quasi certa, e poi cosa avrebbe fatto il mondo senza di me. Morale della storia quando il cane fu a pochi metri da me, raggiunsi l’albero più vicino e quando me lo trovai di sotto gli sputai in fronte facendolo ritirare tra strazianti guaiti. Fabio era stupefatto e l’indomani raccontò tutta la storia alle mie compagnette di classe accrescendo in tal modo l’ammirazione che nutrivano per me già… da tempo
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