Soffice cadde al suolo il frutto polposo, carnale
creatura sparse il suo sangue languidamente.
La gravità vertiginosa ci confonde, c’inebria e lo spazio,
tinnulo e vibrante come un diapason,
ci affianca, compagno silente e deciso.
Solo una voglia vampiresca ci distrae
dalla caducità,
ma l’illusione è un attimo
e il variopinto suo caleidoscopio ha un vetro rotto,
spezzato…
un abisso sconfinato ne traspare
che somiglia al nulla.
Un soffio, l’anima mia, lo sfida, ma pregna
di memorie e d’impressioni cade,
come frutto carnoso al suolo
e mescola al sangue il seme
in cui la terra spera.
Avida, ladra creatura,
Il desiderio e l’incoscienza…
pure la verità si attenua in te,
fino a dissolversi in un’ombra.
Giannantonio Di Giacomo